Pensioni, ecco gli aumenti da gennaio. Giorgetti firma il decreto

Un aumento, previsto dalla normativa vigente, calcolato sulla base delle variazioni percentuali dei prezzi al consumo forniti dall'Istat a novembre

Giancarlo Giorgetti (Imagoeconomica)

Giancarlo Giorgetti (Imagoeconomica)

Roma, 9 novembre 2022 - Pensioni: a partire dal primo gennaio 2023 un adeguamento pari a +7,3%. Il ministro dell'Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha firmato il decreto per un aumento, come previsto dalla normativa vigente, calcolato sulla base della variazione percentuale che si è verificata negli indici dei prezzi al consumo forniti dall'Istat il 3 novembre 2022. 

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Sempre oggi Giorgetti aveva dichiarato, in audizione sulla Nadef davanti le commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato, che nel periodo 2022-2025 "la spesa per pensioni assorbirà risorse per oltre 50 miliardi". E aveva spiegato che "nell'ambito della positiva evoluzione della spesa primaria, si registra un incremento nella spesa per pensioni. Le nuove stime di inflazione determinano infatti una diversa ipotesi di indicizzazione, che comporta maggiori oneri per 7,1 miliardi nel 2024 e 5,6 miliardi nel 2025".

Sul tema pensioni oggi si sono incontrati la premier Giorgia Meloni e i leader sindacali. La Meloni ha parlato del rischio di pensioni future "inesistenti", nel "momento più duro della storia della Repubblica", quindi bisogna mettere da parte "i preconcetti". La premier ha assicurato un approccio "di totale apertura e rispetto". 

Il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha sottolineato che bisogna detassare subito le tredicesime per dare ristoro ai dipendenti e ai pensionati e, poi, detassare gli aumenti contrattuali e quelli derivanti dalla contrattazione di secondo livello e ridurre il cuneo fiscale. E bisogna puntare sulla tassazione degli extraprofitti estendendola. Mentre il segretario della Cgil Maurizio Landini ha definito l'incontro una disponibilità "formale" al "confronto" del governo, ma senza, al momento, "risposte". Landini ha sottolineato: ''Noi abbiamo ribadito la necessità di avviare delle serie riforme, a partire da quella fiscale, noi non siamo per la flat tax ma per una riforma fiscale seria che aumenti il netto in busta paga per i lavoratori a partire da redditi più bassi. Siamo per una vera lotta all'evasione fiscale. Siamo contrari alla logica dei condoni. Le risorse oltre i 30 miliardi indicati dal governo, si possono trovare con una vera lotta fiscale ed affrontando il tema degli extra profitti''.