Manovra, stallo su pensioni. Salvini va da Draghi. Il Cdm slitta a giovedì

Trattative serrate in maggioranza. Oggi il premier vede i sindacati. Bonomi (Confindustria): "Noi contrari alle quote"

 Matteo Salvini esce da palazzo Chigi dopo l'incontro con Draghi (Ansa)

Matteo Salvini esce da palazzo Chigi dopo l'incontro con Draghi (Ansa)

Roma, 25 ottobre 2021 - Il Consiglio dei ministri sulla manovra 2022 slitta a giovedì. Segno che la tensione in maggioranza è sempre alta: ci vuole ancora tempo per trovare la quadra sui nodi caldi, in primis sulle pensioni con il superamento di Quota 100. Una prima cornice alla finanziaria - la legge che deciderà le entrate e le uscite dello Stato per il prossimo anno - è stata data nel Dpb (Documento programmatico di bilancio), inviato a Bruxelles. Ora si tratta di entrare nel dettaglio. 

L'agenda è fitta per Draghi: nel tardo pomeriggio del 25 ottobre il premier ha ricevuto a Palazzo Chigi Matteo Salvini che, com'è noto, preme per due anni di Quota 102 (opzione che però l'esecutivo avrebbe già respinto). Il 26 ottobre (ore 18) sarà la volta dei sindacati, altro scoglio duro. I confederati hanno infatti bocciato la prima proposta del governo (quota 102 nel 2022, per poi salire a quota 104 nel 2023), come "misura inutile", perché "coinvolge solo 10mila lavoratori".  Poi sfileranno le imprese e i partiti. 

Tra questi ultimi il Pd non vuole le quote e resta fermo su un meccanismo flessibile che faciliti l'uscita alle donne e a chi fa lavori gravosi. Una posizione che sembra ricalcata da Confindustria. "Noi siamo fortemente contrari a quota 100, 102 o 104 - ribadisce oggi il presidente degli Industriali, Carlo Bonomi, a margine dell'assemblea dell'Unione industriali di Torino. "Ricordo - aggiunge - che ci era stato detto che per uno che andava in pensione venivano assunti in tre, nella realtà l'effetto è di 0,4, quindi non abbiamo neanche l'effetto sostitutivo. Stiamo pensionando chi un lavoro ce l'ha e non stiamo offrendo un lavoro ai giovani". In sintonia coi dem, Confindustria ritiene che si debba trattare "sui lavori usuranti, sui quali effettivamente c'e' un problema". Un tema - afferma Bonomi - che va sicuramente "rivisto". Restando nel perimetro della maggioranza la posizione del Movimento 5 Stelle sull'anticipo pensionistico è sintetizzata da Giuseppe Conte: "è il momento di graduare i prepensionamenti in base alla gravosità dei lavori evitando un ritorno alla Legge Fornero, che tante difficoltà di natura economica e sociale ha fatto registrare nel nostro Paese", digita il presidente pentastellato in un post. 

L'ultima ipotesi su cui lavorano i tecnici del governo prevederebbe l'uscita dal lavoro nel 2022 a 64 anni con 38 di contributi (Quota 102) per poi aumentare nei due anni successivi solo i contributi lasciando fissa l'età  (quota 103 nel 2023 con 64 anni di età e 39 di contributi e nel 2024 Quota 104 con 64 anni di età e 40 di contributi). 

Il leader della Lega si è presentato all'incontro accompagnato dal suo responsabile Lavoro, Claudio Durigon e dal sottosegretario leghista Federico Freni. I tre sono arrivati attorno alle sei del pomeriggio, cartelline sottobraccio, e per un’ora in un "lungo e positivo colloquio" a due Salvini, come si dirà poi a fine giornata, illustra al premier "le sue proposte per rilanciare il Paese e difendere lavoro e pensioni". La Lega "è al lavoro sul ‘salva-pensioni", il laconico messaggio a fine riunione. Un solo punto fermo, "evitare il ritorno alla Fornero".