Roma, 17 dicembre 2022 - Crescono le pensioni minime ma non per tutti. Dopo serrate trattative, la maggioranza avrebbe raggiunto un accordo per modificare la manovra 2023 e aumentare gli assegni minimi degli over 75 a 600 euro. Lo fanno sapere fonti di governo. L'esecutivo starebbe mettendo a punto un emendamento alla legge di Bilancio che sarà depositato in Commissione bilancio alla Camera nelle prossime ore. Passa dunque la linea di Forza Italia che chiedeva i 600 euro almeno per i più anziani. La finanziaria 2023, così come è stata approvata dal governo, ad oggi riconosce una maggiorazione straordinaria con il risultato di portare le pensioni minime da 525 a poco più di 570 euro, a partire dal primo gennaio. Gli azzurri chiedevano di più se non altro per gli over 75.
Resta ancora sul tavolo di governo e maggioranza l'ulteriore stretta al Reddito di cittadinanza, con la riduzione da otto a sette mensilità di sussidio nel 2023. Una soluzione che - diconono fonti di maggiornaza - libererebbe risorse per circa 200 milioni di euro.
Manovra 2023, dal superbonus al salva-calcio: le ultime novità
Quando saranno pagate le maggiorazioni?
Secondo quanto appreso finora gli incrementi alle pensioni minime non saranno disponibili sul cedolino della pensione di gennaio ma saranno pagati a conguaglio dall’Inps tra marzo e aprile con gli arretrati.
Le rivalutazioni
Per quanto riguarda le rivalutazioni è molto probabile ma non ancora certo l'innalzamento della soglia al 100% degli assegni indicizzati da 4 a 5 volte il minimo (525,38 euro), fino a un importo di 2.650 euro.
Attualmente il meccanismo descritto nella legge di Bilancio prevede la piena rivalutazione solo per le pensioni di importo fino a 4 volte il minimo, mentre gli assegni compresi tra 4 e 5 il minimo verrebbero rivalutati dell'80% dell'inflazione, le pensioni complessivamente comprese tra 5 e 6 volte il minimo del 55% , quelle comprese tra 6 e 8 volte il minimo del 50%, quelle tra 8 e 10 volte il minimo del 40%, quelle superiori a 10 volte il minimo del 35%.