Giovedì 18 Aprile 2024

Pensioni, sull'Ape social l'Inps allarga le maglie

Poletti obbliga Boeri a rivedere le domande con criteri meno rigidi

Tito Boeri, presidente dell'Inps (Newpress)

Tito Boeri, presidente dell'Inps (Newpress)

Roma, 14 ottobre 2017 - Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, sconfessa l’Inps sull’Ape social e chiede di allargare le maglie nell’accoglimento delle domande. Il presidente dell’Istituto, Tito Boeri, rivendica le scelte compiute («Abbiamo seguito le istruzioni del ministero») ma è costretto ad adeguarsi. E così, il giorno dopo la denuncia dell’Inca-Cgil sui rigidi criteri utilizzati dall’ente nell’esame delle richieste dell’anticipo gratuito e dell’uscita agevolata per i precoci (tanto che solo 2-3 su 10 sono state accolte), si riapre la speranza per una consistente fetta di lavoratori. E, alla viglia del varo della legge di Bilancio, è proprio la previdenza uno degli ultimi capitoli aperti della manovra, con i leader di Cgil, Cisl e Uil che insistono (pubblicamente nella mobilitazione in programma oggi e riservatamente nelle trattative sotto-traccia) per ottenere quantomeno il rinvio al 2018 della decisione sull’innalzamento dell’età pensionabile collegato alla speranza di vita.    L’allarme del Patronato della Cgil sull’esclusione di migliaia di lavoratori (circa il 70-80 per cento su oltre 66mila) dall’accesso all’Ape social e all’anticipo per i precoci, per i criteri burocratici e largamente astrusi utilizzati dall’Inps, ha trovato l’immediata reazione del ministro Poletti. Dal dicastero di Via Veneto sono stati inviati chiarimenti per permettere all’Istituto di applicare le due misure «nella maniera più estesa e in sostanziale coerenza con le volontà espresse dal Parlamento». Di fatto, una direttiva a riesaminare la massa di domande bocciate. Boeri non ha potuto fare altro che recepire, avvisando che l’Istituto è pronto a «riesaminare alcune delle domande che sono state in prima istanza rigettate», ma spiegando anche che ciò è accaduto «perché quella era l’istruzione ricevuta».    Il riesame delle istanze dovrà comunque avvenire in tempi brevissimi perché per il 15 ottobre è fissato il termine per la messa a punto della graduatoria per le prime uscite. «Rispetteremo i tempi – insiste il professore bocconiano –, il 15 daremo gli ammessi e i non ammessi e faremo le graduatorie». Sull’Ape – incalza – bisognerebbe lavorare tutti insieme a un nuovo protocollo che ci permetta di risolvere l’indeterminatezza delle regole fissate. Noi saremo i primi, pronti e felici di riesaminare le domande e mandare a coloro a cui la domanda era stata inizialmente respinta la comunicazione che potranno accedere alle prestazioni».    Basta «rimpalli di responsabilità – accusa il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano –. Respingere la domanda a un lavoratore disoccupato da 10 anni perché, dopo l’esaurimento degli ammortizzatori sociali, ha lavorato un giorno è una vera crudeltà mentale e sociale».  Di certo il capitolo Ape sarà al centro anche dell’incontro di lunedì mattina tra governo e sindacati sulla legge di Bilancio. Incassato il bonus sulle assunzioni, con annesso meccanismo contro i furbetti dei licenziamenti, i segretari di Cgil, Cisl e Uil puntano all’allargamento dei requisiti per l’Ape per le lavoratrici con figli: sei mesi di sconto per ogni figlio fino a due anni. Ma il nodo principale da sciogliere sarà quello del rinvio a dopo le elezioni della decisione sull’aumento dell’età pensionabile per effetto dell’aspettativa di vita. 

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