Pensione di vecchiaia, il grafico

Se si escludono le eccezioni, come l’Ape sociale, il canale precoci, l’Opzione donna e le varie Quote che si sono succedute in questi anni (compresa Quota 103 dal primo gennaio prossimo), la via maestra per la pensione dal 2012 in avanti è rappresentata da quanto previsto dalla legge Fornero di fine 2011: dunque, dalla pensione di vecchiaia e dalla cosiddetta pensione anticipata. Manovra 2023, pensioni più alte e torna l'App 18 anni. Caccia alle coperture  Manovra. Tetto contante, pos, condono cartelle, pensioni: le bocciature dell'Ue Vediamo come funziona la prima soluzione di ordine generale che, come tale, rimane strutturale e valida per tutti coloro che non possono utilizzare un altro canale eccezionale. Ebbene, si ha diritto alla pensione di vecchiaia innanzitutto quando si ha in cascina, a qualsiasi titolo versati o accreditati, contributi previdenziali per almeno venti anni. E questa è la cosiddetta anzianità contributiva minima. Il rischio di perdere i contributi Se non si conquista quel minimo di venti anni, non si può contare su nessuna pensione – salvo il cosiddetto assegno sociale - e quel che si sarà versato andrà sostanzialmente perduto. Esistono però alcune deroghe e va sottolineato che alla "pensione di vecchiaia contributiva" si può accedere anche con soli 5 anni di contributi versati, ma a partire da 71 anni e non da 67.  Condizione necessaria per ottenere la pensione, in questo ultimo caso, è quella di essere assoggettati al calcolo integramente contributivo della prestazione.  L'età pensionabile minima Perché si possa davvero riuscire a prendere l’uscita verso la pensione, si dovrà aver raggiunto anche una certa età anagrafica: ed è la cosiddetta età pensionabile minima.E’ vero, l’obiettivo dell’ultima riforma è stato quello di fissare una soglia anagrafica uguale per tutti, ma a questo traguardo si è arrivati completamente nel 2018, quando la soglia minima uniforme è stata di almeno 66 anni per tutti. Nel 2012, ai nastri di partenza del più recente riassetto, infatti, i lavoratori dipendenti pubblici e privati, i lavoratori autonomi e le lavoratrici dipendenti pubbliche erano già a 66 anni, ma le lavoratrici dipendenti private erano a 62 anni e quelle autonome a 63 anni e 6 mesi. Oggi, però, sono tutti allineati a 67 anni di età minima. A questo risultato si è arrivati sia per effetto delle tappe successive fissate dalla riforma sia per il cosiddetto adeguamento dell’età alla speranza di vita calcolata dall’Istat. Il primo aumento è stato di 3 mesi; il secondo aumento, pari ad ulteriori 4 mesi, è scattato il 1° gennaio 2016; il terzo adeguamento, scattato il 1° gennaio 2019, è risultato pari a cinque mesi; il quarto ed il quinto adeguamento, previsti rispettivamente con decorrenza 1° gennaio 2021 e 1° gennaio 2023, sono risultati nulli. Pertanto, i requisiti anagrafici restano invariati sino al 31 dicembre 2024. Almeno per altri due anni, a conti fatti, si potrà andare in pensione di vecchiaia con 20 anni di contributi e 67 anni di età. Pensioni: chi può andare nel 2023, la guida per anno di nascita. Chance fino al 1967

Economia

Se si escludono le eccezioni, come l’Ape sociale, il canale precoci, l’Opzione donna e le varie Quote che si sono succedute in questi anni (compresa Quota 103 dal primo gennaio prossimo), la via maestra per la pensione dal 2012 in avanti è rappresentata da quanto previsto dalla legge Fornero di fine 2011: dunque, dalla pensione di vecchiaia e dalla cosiddetta pensione anticipata. 
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Vediamo come funziona la prima soluzione di ordine generale che, come tale, rimane strutturale e valida per tutti coloro che non possono utilizzare un altro canale eccezionale. Ebbene, si ha diritto alla pensione di vecchiaia innanzitutto quando si ha in cascina, a qualsiasi titolo versati o accreditati, contributi previdenziali per almeno venti anni. E questa è la cosiddetta anzianità contributiva minima. 
<h2 class="title-paragraph"><a id="rischio contributi" name="rischio contributi" rel="nofollow">Il rischio di perdere i contributi</a></h2> 
Se non si conquista quel minimo di venti anni, non si può contare su nessuna pensione – salvo il cosiddetto assegno sociale - e quel che si sarà versato andrà sostanzialmente perduto. Esistono però alcune deroghe e va sottolineato che alla "pensione di vecchiaia contributiva" si può accedere anche con soli 5 anni di contributi&nbsp;versati, ma a partire da 71 anni e non da 67.&nbsp; Condizione necessaria per ottenere la pensione, in questo ultimo caso, è quella di&nbsp;essere assoggettati al calcolo integramente contributivo della prestazione.&nbsp; 
<h2 class="title-paragraph"><a id="eta pensionabile" name="eta pensionabile" rel="nofollow">L'età pensionabile minima</a></h2> 
Perché si possa davvero riuscire a prendere l’uscita verso la pensione, si dovrà aver raggiunto anche una certa età anagrafica: ed è la cosiddetta età pensionabile minima.E’ vero, l’obiettivo dell’ultima riforma è stato quello di fissare una soglia anagrafica uguale per tutti, ma a questo traguardo si è arrivati completamente nel 2018, quando la soglia minima uniforme è stata di almeno 66 anni per tutti. 
Nel 2012, ai nastri di partenza del più recente riassetto, infatti, i lavoratori dipendenti pubblici e privati, i lavoratori autonomi e le lavoratrici dipendenti pubbliche erano già a 66 anni, ma le lavoratrici dipendenti private erano a 62 anni e quelle autonome a 63 anni e 6 mesi. Oggi, però, sono tutti allineati a 67 anni di età minima. 
A questo risultato si è arrivati sia per effetto delle tappe successive fissate dalla riforma sia per il cosiddetto adeguamento dell’età alla speranza di vita calcolata dall’Istat. Il primo aumento è stato di 3 mesi; il secondo aumento, pari ad ulteriori 4 mesi, è scattato il 1° gennaio 2016; il terzo adeguamento, scattato il 1° gennaio 2019, è risultato pari a cinque mesi; il quarto ed il quinto adeguamento, previsti rispettivamente con decorrenza 1° gennaio 2021 e 1° gennaio 2023, sono risultati nulli. 
Pertanto, i requisiti anagrafici restano invariati sino al 31 dicembre 2024. Almeno per altri due anni, a conti fatti, si potrà andare in pensione di vecchiaia con 20 anni di contributi e 67 anni di età. 
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