Pensione anticipata: salta Opzione mamma, si torna a Opzione donna. I requisiti

Dunque, anche per il 2023, si andrà alla proroga del meccanismo operativo anche oggi. Un sistema che permette e che permetterà alle lavoratrici con 58-59 anni di età di lasciare il lavoro con 35 anni di contributi

Roma, 26 novembre 2022 - Marcia indietro sull’Opzione mamma. Si torna all’Opzione donna secca e senza condizioni legate al numero dei figli. Dunque, anche per il 2023 si andrà alla proroga del meccanismo operativo anche oggi. Un sistema che permette e che permetterà alle lavoratrici con 58-59 anni di età (senza più distinzioni in base al numero dei figli) di lasciare il lavoro con 35 anni di contributi, a condizione che l’assegno venga calcolato interamente con il metodo contributivo: il che comporta un taglio del 15-20 per cento dell’importo della pensione.

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La versione originaria inserita nella manovra approvata a inizio settimana era differente. Era stata introdotta una clausola che prevedeva la possibilità di andare in pensione a un’età variabile a seconda del numero dei figli: a 58 anni con due figli, a 59 con uno e a 60 con zero. 

Ma, con il passare dei giorni, sono emerse perplessità sulla costituzionalità della nuova regola. Da qui la retromarcia emersa in queste ore. 

E così si torna alla vecchia Opzione donna. E’ la formula attualmente prevista per le lavoratrici dipendenti, pubbliche e private, e autonome iscritte all’Inps, che abbiano raggiunto i 58 anni di età, se lavoratrici dipendenti, o i 59, se autonome, entro il 31 dicembre dell’anno di riferimento. Si tratta solo di vedere se per il 2024 e gli anni seguenti verrà lasciato questo requisito o se verrà aumentato di un anno a quota 59-60 anni. Resta fermo il criterio in base al quale coloro che utilizzeranno questo canale dovranno accettare una decurtazione dell’assegno perché l’intera pensione verrà calcolata con il sistema contributivo. 

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Dovrebbero poter utilizzare questa via, nel nuovo anno, anche le lavoratrici che siano nate entro il 1963 o il 1964 e che abbiano cominciato a lavorare anche nel 1988. Si tratta delle lavoratrici dipendenti, pubbliche e private, e autonome iscritte all’Inps, che abbiano raggiunto i 58 anni di età, se lavoratrici dipendenti, o i 59, se autonome, entro il 31 dicembre 2022.