
Roma, 23 aprile 2023 – Ci sono ottime notizie per chi intende installare pannelli solari sui tetti di edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale e raggiungere, così, l'autosufficienza energetica della propria azienda agricola o del proprio allevamento. Dopo un primo bando emanato lo scorso dicembre, infatti, è in arrivo un nuovo pacchetto di fondi (almeno 1 miliardo di euro per il periodo 2022/2026) con l’obiettivo di finanziare la realizzazione di impianti fotovoltaici - e interventi accessori - sui tetti dei fabbricati agricoli. È quanto prevede il testo del decreto firmato, nei giorni scorsi, dal ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida: il decreto istituisce il dispositivo per la ripresa e resilienza (Pnrr) per l’attuazione della misura denominata ‘Parco agrisolare’. Ma vediamo nel dettaglio di cosa si tratta, quali requisiti occorre possedere per beneficiare del finanziamento e quali sono le spese ammissibili agli aiuti.
Il tipo di contributo e la condizione dell’autoconsumo
L’investimento è previsto dal Pnrr - misura 2 e intende favorire interventi per l’autosufficienza energetica del settore agricolo e agroalimentare sull’intero territorio nazionale. È un contributo a fondo perduto. A dicembre era già stato emanato il bando che aveva assegnato risorse per circa 500 milioni di euro a oltre 7mila imprese che ne avevano fatto richiesta. Gli impianti fotovoltaici possono beneficiare del finanziamento solo se installati al fine di soddisfare il proprio autoconsumo o quello condiviso, nel caso in cui le stesse aziende siano costituite in forma aggregata. La vendita di energia elettrica alla rete è consentita solo a condizione che sia prima rispettato il limite di autoconsumo annuale.
Spese ammissibili
Tra le spese ammissibili agli aiuti sono incluse: la rimozione e corretto smaltimento di amianto o eternit dai tetti; la realizzazione dell’isolamento termico dei tetti; la realizzazione di un sistema di areazione connesso alla sostituzione del tetto.
Beneficiari
Possono beneficiare dei fondi: imprenditori agricoli in forma individuale o societaria; imprese agroindustriali; cooperative agricole e consorzi (indipendentemente dai propri associati); soggetti costituiti in forma aggregata, tra cui le comunità energetiche rinnovabili, o Cer, le reti d’impresa e le associazioni temporanee di imprese. Il concetto di ‘autoconsumo condiviso’, in virtù del quale gruppi di imprese possono condividere l’investimento per l’installazione dell’impianto, è la principale novità di questo bando rispetto al precedente (oltre al raddoppio della potenza installabile senza consumo di suolo). Restano esclusi dai fondi i soggetti esonerati dalla tenuta della contabilità Iva, con un volume d’affari annuo inferiore a 7mila euro.
Come sono ripartite le risorse stanziate
A favore delle imprese della produzione agricola sono attribuiti circa 775 milioni di euro, ripartiti tra contributi a fondo perduto pari all’80%, con vincolo di autoconsumo (quasi 700 milioni di euro) e contributi a fondo perduto pari al 30%, senza vincolo di autoconsumo (75 milioni di euro). A ciò si aggiungono 150 milioni di euro a favore delle imprese della trasformazione agricola (con contributo a fondo perduto fino all’80% senza vincolo di autoconsumo) e 75 milioni di euro a favore delle imprese dell’agroindustria (con contributo a fondo perduto pari al 30% senza vincolo di autoconsumo): l’importo complessivo, dunque, è pari a 1 miliardo di euro. Soggetto attuatore dell’intera misura e dell’accesso al meccanismo incentivante è il Gestore servizi energetici (Gse).
Spesa massima ammissibile agli aiuti
La spesa massima ammissibile per l’installazione di sistemi di accumulo (l’insieme dei dispositivi utili ad assorbire e rilasciare energia elettrica) non potrà superare i 100mila euro. Se vengono installate colonnine di ricarica elettrica per veicoli o macchinari agricoli, potrà essere riconosciuta, oltre ai massimali indicati nel decreto, una spesa fino a una soglia massima ammissibile pari a 30mila euro.