Martedì 15 Luglio 2025
MADDALENA DE FRANCHIS
Economia

Il pandoro di Verona cambia casa: Melegatti ceduta al colosso irlandese Valeo Foods

La storica azienda veneta che ha inventato il pandoro è stata acquistata dal colosso europeo con sede a Dublino, già proprietario di oltre 90 marchi tra cui gli italiani Balconi e Dal Colle

Il pandoro Melegatti diventa irlandese

Il pandoro Melegatti diventa irlandese

Verona, 2 luglio 20205 – La multinazionale irlandese di prodotti da forno Valeo Foods si è mangiata Melegatti. È di questa mattina la notizia che la storica azienda di Verona, produttrice di pandori e panettoni, è stata acquisita dal colosso europeo con sede a Dublino, già proprietario di oltre 90 marchi (tra cui gli italiani Balconi e Dal Colle). L’acquisizione è stata realizzata, infatti, tramite la vendita di Melegatti all’azienda lombarda Balconi, che fa già fa parte del gruppo, a sua volta controllato dal fondo statunitense Bain Capital. Al momento non è stato reso noto il valore dell’operazione.

La storia dell’azienda veronese

Melegatti esiste dal 1894 e vanta una storia lunga e gloriosa: è proprio il capostipite, Domenico Melegatti, a ricevere, il 14 ottobre 1894, il certificato di privativa industriale dal ministero di Agricoltura, industria e commercio del Regno d’Italia, per aver inventato il nome, la forma e la ricetta del Pandoro. Per gli anni a venire – in particolare, dal boom economico fino agli anni Novanta – il pandoro con la scatola blu resterà sinonimo di italianità, oltre che simbolo delle feste: per decenni, Melegatti darà filo da torcere agli altri ‘big’ dei lievitati natalizi, facendosi ricordare anche per i suoi slogan pubblicitari, sempre brillanti ed efficaci. Basti pensare allo spot – era il 1987 – in cui una pimpante Franca Valeri ripeteva ‘La fortuna lo sai, con Melegatti è più dolce che mai’, un motivetto che i nati negli anni Ottanta avranno canticchiato fino allo sfinimento.

Le vicissitudini degli anni Duemila

Negli anni Duemila cominciano le prime difficoltà: il fallimento – nonostante gli appelli disperati all’acquisto dei pandori Melegatti da parte dei dipendenti – viene dichiarato dal tribunale di Verona a maggio 2018, a fronte di un debito che, secondo le stime, ammonta a più di 50 milioni di euro. A salvare l’azienda (o meglio, ad acquisirla), arriva la famiglia di industriali vicentini Spezzapria, nota per aver operato in settori come l’aerospace e la lavorazione dei metalli. La famiglia riesce a riportare il pandoro sul mercato e ad avviare un piano di rilancio, con l’obiettivo di rimettere in moto la produzione e ampliarla anche ai panettoni e ad altri dolci da forno. Fino alla nuova cessione dell’azienda, che finisce oggi nel portfolio della multinazionale irlandese da 1,8 miliardi di fatturato e quasi 6.000 dipendenti.

L’acquisizione

“Siamo entusiasti di accogliere Melegatti all’interno del gruppo – ha dichiarato Ronald Kers, amministratore delegato di Valeo Foods –. Questa acquisizione rappresenta un passo strategico importante nell’ampliamento del nostro portafoglio di marchi noti e di alta qualità, confermando il nostro impegno verso l’eccellenza, l’innovazione e la creazione di valore nel lungo termine. Integrando Melegatti nel nostro business, rafforziamo la nostra presenza nell’Europa sud-occidentale e apriamo nuove opportunità di crescita a livello globale, portando nel mondo le autentiche specialità da forno italiane”. L’acquisizione – fa sapere l’azienda – “consentirà inoltre al gruppo di potenziare le proprie capacità produttive e logistiche, aumentando la capacità per soddisfare una domanda crescente, pur mantenendo il carattere distintivo e l’autenticità dei prodotti Melegatti”. Roberto Spezzapria, presidente di Melegatti, ha commentato: “Dopo il successo del rilancio di Melegatti nel mercato italiano, siamo orgogliosi di affidarne il futuro all’esperienza e alla competenza di Valeo Foods. Siamo certi che il gruppo guiderà il marchio in una nuova fase di crescita internazionale, rafforzandone ulteriormente il valore e onorandone le profonde radici nella cultura italiana”.