Martedì 16 Aprile 2024

Buy now, pay later: pagamento a rate senza interessi anche online. Come funziona, i rischi

La formula che sta prendendo piede sia online che nei negozi fisici ha zone d'ombra per clienti e venditori

Pagamenti online

Pagamenti online

Quante volte, facendo un acquisto sulle piattaforme online - ma ultimamente può capitare di vedere cartelli anche in quelli fisici - ci siamo imbattuti nella formula “acquista ora e paga a rate”? Spoiler alert: tante volte e, nell’ultimo periodo, ancora di più. Acquistando un articolo, ora  ai clienti viene proposto di dilazionare il pagamento senza costi o interessi e senza compilare documenti e dichiarazioni sul proprio reddito. Ed è questa la novità. Se prima, per esempio, per pagare una Tv a rate o uno smartphone venivano richiesti reddito e garanzie, ora non più.  L’offerta di questi servizi non è ancora regolamentata e la facilità del meccanismo potrebbe incentivare acquisti impulsivi, portando le persone a indebitarsi più di quanto sia per loro sostenibile.

Come funziona

La formula buy now pay later si basa su un accordo tra cliente, venditore e piattaforma di pagamento: al momento dell’acquisto dilazionato il venditore riceverà nel giro di 48 ore la somma per intero dalla piattaforma di pagamento, da cui sarà trattenuta una commissione. Il cliente poi pagherà le rate alla piattaforma, senza spese o interessi, tramite addebito su una carta di credito o di debito. La piattaforma quindi non scarica la sua commissione sul cliente ma sul venditore, imponendo agli esercenti il pagamento di commissioni più elevate rispetto alle società che gestiscono carte di credito tradizionali: secondo alcuni dati riportati da uno studio di Banca d’Italia, queste aziende chiedono mediamente il pagamento di commissioni fino al 6 per cento più un importo fisso di 30 centesimi di euro. Ma allora perché gli esercenti decidono di usare questo servizio? Perché i pagamenti dilazionati possono potenzialmente attrarre più clienti e aumentare il volume delle vendite. 

Diffusione in Italia

Mentre il servizio in Europa è ormai ampiamente diffuso, in Francia e in Italia siamo ancora al 4% dei clienti che decidono di affidarsi a questo tipo di servizi.  I numeri sono comunque in notevole crescita: secondo dati del CRIF (il gestore italiano delle informazioni relative al merito di credito, che indica quanto una persona in passato è stata diligente nel restituire i prestiti) in Italia nel 2021 l’utilizzo del buy now pay later è più che raddoppiato rispetto all’anno prima.

Secondo Banca d’Italia, i maggiori fruitori sono i più giovani, quelli con più dimestichezza con i pagamenti digitali e gli acquisti online: oltre un terzo degli utenti che utilizzano questo servizio, il 36 per cento, ha tra i 20 e i 25 anni e un altro 30 per cento ha tra i 26 e i 39 anni. Tipicamente viene usato per acquistare prodotti di largo consumo e dal prezzo contenuto, come abbigliamento ed elettronica, ma anche per viaggi e arredamento per la casa.

Perché potrebbe essere pericoloso

Questa forma di pagamento non rientra in nessuna fattispecie regolata dalle leggi italiane ed europee sul credito al consumo, che normalmente prevedono che sia una banca o una società finanziaria a erogare i prestiti. 

Il fatto che non sia necessario fornire alcun tipo di indicazione su come si intende ripagare le rate, come una dichiarazione dei redditi o una busta paga, non è solo rischioso per l’azienda, che di fatto si sobbarca un rischio non misurabile perché presta soldi alla cieca, ma anche per il consumatore, che rischia di accumulare rate su rate senza nessuno che lo fermi. Alcuni studi dimostrano che negli Stati Uniti questi pagamenti a rate portano a un aumento nella spesa di circa 60 dollari a settimana.

In più, le piattaforme che offrono il buy now pay later non sono obbligate per legge a fornire informazioni sui prestiti che erogano alla centrale rischi di Banca d’Italia. Il che significa che se una persona ha accumulato tantissime rate con questo meccanismo e va a chiedere un mutuo, la banca non sarà in grado di vedere la sua condizione di indebitamento nei confronti di queste piattaforme e quindi potrebbe accordargli il prestito senza essere adeguatamente informata.

In attesa di normative europee, Banca d’Italia ha quindi pubblicamente richiamato l’attenzione sui rischi di sovra indebitamento a cui si espongono i consumatori che usano il buy now pay later.

 

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