Martedì 16 Aprile 2024

Orti urbani: una soluzione per l'ambiente e per il risparmio

Gli orti urbani possono rappresentare un’ottima soluzione sia per risparmiare sui generi alimentari, sia per non inquinare troppo

Crediti iStock - orto urbano a Milano, Lombardia, Italia

Crediti iStock - orto urbano a Milano, Lombardia, Italia

Una moda che negli ultimi anni ha iniziato a diffondersi a macchia d’olio in molte grandi città è rappresentata dai cosiddetti orti urbani, spazi verdi di proprietà di ogni singolo Comune all’interno dei quali i cittadini più appassionati possono dedicarsi a coltivare vari ortaggi, ma anche fiori e altri vegetali.

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Solitamente a ricevere l’autorizzazione per la coltivazione all’interno di questi luoghi sono coltivatori non professionisti, ai quali viene lasciato libero spazio di manovra. Di norma si tratta di spazi situati al di fuori del centro delle grandi città, per esempio in zone periferiche, dove nella maggior parte dei casi è piuttosto semplice concedere la gestione di appezzamenti di terreno (per quanto piccoli). Sarebbe in ogni caso sbagliato pensare che si tratti di un trend recente. La nascita dei primi orti urbani, infatti, è da ritrovarsi nel XIX, con i primissimi Kleingarten tedeschi, pur destinati inizialmente solo ai bambini. Sarà soltanto in un secondo momento, a fine ‘800, quando con gli sforzi e l’impegno di Monsignor Jules Lemire spunteranno in Francia i jardins ouvrieurs, luoghi di aggregazione pensati in modo particolare per le numerose famiglie operaie dell’epoca.

Dove trovare orti urbani nel nostro Paese?

L’Italia ha iniziato ad attrezzarsi proprio negli ultimi anni per seguire questa nuova tendenza, seppure i primi orti urbani veri e propri siano spuntati dalle nostre parti già nella Seconda Guerra Mondiale con gli orticelli di guerra, all’interno dei quali la popolazione aveva la possibilità di coltivare quello che più avrebbe preferito. Coldiretti, a proposito, ha fornito una serie di dati interessanti che si riferiscono ad una crescita importante di questo fenomeno in Italia: si parla in effetti di un incremento degli spazi verdi da coltivare all’interno delle città del 18,5%, per oltre 2 milioni di metri quadrati occupati da questo tipo di aree coltivabili. Stando anche alle informazioni condivise da ISTAT riguardo al verde urbano nel 2021, sembra che ad oggi oltre 1,2 milioni di italiani si dedichino alla coltivazione di ortaggi nelle loro città, con l’Emilia-Romagna come regione più virtuosa in assoluto (con 704 mila metri quadri di orti urbani). In questa ideale classifica di Regioni “con il pollice verde” troviamo nell’ordine Lombardia in seconda posizione, Toscana in terza, e a seguire Veneto e Piemonte.

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I benefici degli orti urbani

Sono numerosi i lati positivi di iniziative simili. Prima di tutto, si tratta di progetti che tutelano la biodiversità agricola e che portano a evitare gli sprechi alimentari (difficile pensare che chi ha coltivato qualcosa poi sia portato a buttare via il frutto dei suoi sforzi). La presenza di uno o più orti all’interno del perimetro di una grande città contribuisce inoltre alla creazione di preziosi spazi verdi, all’interno dei quali è inoltre possibile promuovere l’inclusione sociale e la collaborazione fra persone anche molto diverse fra loro per etnia, origini e culture. Coltivando i propri prodotti sarà inoltre possibile alleggerire il peso finanziario della spesa al supermercato, dove com’è noto i prezzi dei prodotti vegetali (e più sani) tendono ad essere sempre piuttosto elevati. In un’epoca di inflazione galoppante, in definitiva, è di certo un’opzione interessante da prendere in considerazione.

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