Giovedì 18 Aprile 2024

Orlando: "Licenziamenti, proroga selettiva"

Il ministro del Lavoro disposto a esaminare la proposta di estendere il blocco su alcune filiere

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Intervenire in modo selettivo sul blocco dei licenziamenti, prorogandolo solo per i settori più in crisi. Il governo apre all’ipotesi, ma la palla passa al Parlamento. Anche perché se il Pd, con il ministro del Lavoro Andrea Orlando, si dice disponibile a percorre questa strada, la Lega non parla con una voce sola: il ministro Giancarlo Giorgetti ci sta, ma il leader Matteo Salvini rivendica "assoluta sintonia" con il punto di equilibrio trovato dal premier Mario Draghi. Mentre il M5s sembra sposare la linea dei sindacati, che vogliono la proroga del blocco. In pratica: fra la formula scelta dal governo – che apre ai licenziamenti da luglio, ma frenandoli in base alla cig – e la richiesta dei rappresentanti dei lavoratori, alla fine la strada potrebbe essere quella di un prolungamento per le filiere più in crisi – come il tessile e il calzaturiero – con uno sblocco invece per quelle in ripresa, come l’edile, baciato dal superbonus. Palazzo Chigi segue gli sviluppi: a breve il terreno di gioco si sposterà in Parlamento – è il ragionamento –, sarà quello il luogo in cui le varie forze politiche dovranno cercare una sintesi.

"Ho visto che si sta facendo strada un ragionamento sulla selettività rispetto ad alcune filiere – ha spiegato il ministro dem Orlando, ieri a Bologna –. Se questo ragionamento c’è, sono pronto. Ma i tempi sono stretti". L’altro giorno era stato il leghista Giorgetti, responsabile dello Sviluppo Economico, a ipotizzare un blocco "declinato più utilmente" sui settori. Una visione leggermente diversa da quella del suo leader Salvini. I sindacati, dal canto loro, restano fermi sulla richiesta di proroga a ottobre. E sulla "selettività" c’è chi rileva difficoltà, soprattutto sulla possibilità tecnica di definire i perimetri delle varie filiere.

Il tempo stringe: il Parlamento può intervenire nel dl sostegni Bis, all’esame della commissione Bilancio alla Camera, ma le eventuali modifiche entrerebbero in vigore solo a fine luglio. Il rischio, quindi, è che i tempi non siano allineati. Anche per questo i sindacati stanno portando avanti una serie di vertici con le forze politiche di maggioranza.

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