Orfani di femminicidio, niente più fondi in manovra

Bocciata l'erogazione di 10 milioni proposta dalla Carfagna. La rabbia delle famiglie affidatarie. Salvini replica: rimedieremo al Senato

Una donna alla manifestazione anti violenza del 24 novembre (LaPresse)

Una donna alla manifestazione anti violenza del 24 novembre (LaPresse)

Roma, 7 dicembre 2018 - "È una bastardata". Non ha usato giri di parole Mara Carfagna per commentare la bocciatura dell’emendamento a favore degli orfani delle vittime di femminicidio, uno stop largamente criticato che, dall’opposizione agli esponenti delle associazioni a tutela delle donne, ha generato un forte malcontento. Presentata dalla stessa vice presidente della Camera, la modifica prevedeva un fondo di 10 milioni di euro per le famiglie affidatarie dei minori, finanziato con risorse ricavate "eliminando spese non produttive", dunque senza gravare ulteriormente sullo sforzo dei contribuenti. "È una vergogna che tradisce tutti gli impegni pubblici presi dai partiti della maggioranza", ha affermato Carfagna, aggiungendo che con la bocciatura dell’emendamento presentato in commissione Bilancio "si rompe un clima che su queste tematiche così delicate è sempre stato bipartisan, di ascolto e confronto concreto".

Un tema caldo che, nei giorni della concitata discussione sulla manovra alla Camera, ha creato più di una frattura. Carfagna ha accusato M5S e Lega di promettere "soldi a pioggia con il reddito di cittadinanza", essere in grado di "assumere navigator", aver trovato fondi per tutto, finanche per "detassare i massaggi e i trattamenti di bellezza negli hotel, consentire ai turisti di fare shopping con 15mila euro in contanti e far costare meno la birra prodotta nei birrifici artigianali", ma di non aver voluto stanziare "10 milioni di euro per le famiglie che si prendono cura degli orfani di femminicidio, delle migliaia di bambine e bambini che hanno spesso assistito all’assassinio della madre da parte del padre".

Un’indignazione che è corsa velocemente su Twitter scatenando le reazioni dei familiari delle vittime che da anni chiedono maggiori tutele, dando origine a una vera e propria debacle politica a cui il governo, ieri, ha tentato di rimediare. Se Salvini si è limitato a un laconico "il Senato potrà migliorare una manovra che parte già essenzialmente positiva", evitando di entrare nel merito della questione, sul finanziamento al fondo per gli orfani di femminicidio si è espresso il sottosegretario all’Economia, Massimo Garavaglia. "Nel sociale abbiamo messo oltre mezzo miliardo di euro in più rispetto al governo precedente", ha affermato il leghista, spiegando che i fondi per gli orfani possono essere trovati nel budget del ministro per le Politiche per la famiglia, Lorenzo Fontana che attualmente ha "100 milioni in più mentre lo scorso anno era a zero". E la titolare della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno, da sempre impegnata in campagne per le donne, riconosce che "l’emendamento Carfagna merita attenzione". Risposte che, tuttavia, non hanno convinto la vice presidente della Camera che ha definito "malafede difendersi dietro l’emendamento riformulato e approvato all’ultimo momento in Commissione Bilancio, perché non risolve affatto il problema". Per Carfagna il contributo agli orfani di femminicidio si limiterà, infatti, a un’esigua parte dei 10 milioni del Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, delle richieste estorsive, dell’usura e dei reati intenzionali violenti.