Opzione donna 2023: il giro di vite e i requisiti spiegati in breve

Diventa Opzione mamma e Opzione cura. Ecco le nuove coordinate per l’utilizzo dello strumento di flessibilità in uscita

Roma, 29 novembre 2022 - Opzione donna diventa Opzione mamma e Opzione cura, ma, a conti, fatti si restringe in maniera drastica e potrà riguardare non più di 2.900 lavoratrici nel corso del 2023. E’ questo l’approdo finale del meccanismo secondo la versione messa nero su bianco della legge di Bilancio così come bollinata dalla Ragioneria generale dello Stato e approdata in Parlamento. Vale, dunque, la pena, fissare le nuove coordinate per l’utilizzo dello strumento di flessibilità in uscita. 

Manovra 2023: il testo bollinato dalla Ragioneria di Stato. Il pdf

Opzione donna, novità in manovra (foto Ansa)
Opzione donna, novità in manovra (foto Ansa)

Chi può utilizzare Opzione mamma o Opzione cura 

Possono lasciare il lavoro per la pensione, utilizzando la via di uscita indicata, le lavoratrici dipendenti, pubbliche e private, e autonome iscritte all’Inps. La soluzione non può essere utilizzata per chi è iscritta alla Gestione separata. Ma questo è solo il primo passo o il primo requisito da avere. 

Le soglie di età e contributi 

L’Opzione richiede, per il suo impiego, che le lavoratrici abbiano raggiunto i 35 anni di contributi e i 60 anni di età. Si può scendere a 59 con un figlio e a 58 con due figli. Il che significa che, a differenza che nel passato, è completamente cambiato uno dei criteri di accesso. Non c’è più la distinzione tra lavoratori autonomi e lavoratori dipendenti, a 58 e a 58 anni, ma conta il numero dei figli. Anche con questo però il percorso a ostacoli non è finito. 

Disoccupate, invalidi o caregiver 

La terza condizione per ottenere il via libera verso l’uscita è quella di rientrare in una delle seguenti situazioni: 

"Assistono, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità, ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i settanta anni di età oppure siano anch'essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti; hanno una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell'invalidità civile, superiore o uguale al 74 per cento; sono lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale". E in questo caso l’età può essere di 58 anni, a prescindere dal numero dei figli. 

Effetti 

Il risultato del cambiamento della formula è quello di restringere al massimo l’accesso: ci si ferma a 2.900 lavoratrici per tutto l’anno prossimo.

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