Martedì 23 Aprile 2024

Opere pubbliche Ecco la chiave per aiutare il Pil

Bruno

Villois

Nella storia dell’economia mondiale non si era mai vista una crescita del Pil di oltre 18 punti, pari a quella della Cina che, in parte, è abbinata a quella dei 13 alleati del patto Asia-Pacifico. L’Europa, invece arranca e gli Usa sono solo ai nastri di partenza, pur avendo annunciato che quest’anno il loro Pil crescerà di almeno il 6 o forse l’8%. La fenomenale ripresa cinese condizionerà, e non poco, i commerci, l’export-import e rafforzerà il predominio orientale sullo sviluppo globale, pari almeno a quello americano. Ciò detto, per fortuna che c’è la Cina: oggi è l’unico vero anello di snodo dell’export mondiale, con particolare riferimento alla manifattura europea.

Il rischio di nuovi scontri tra Usa e Cina, con l’Europa in mezzo, potrebbe portare a nuovi reciproci dazi che penalizzerebbero particolarmente proprio il vecchio continente e soprattuto i tre maggiori esportatori, Germania, Francia e Italia. Con la conseguenza, in questa fase ancora segnata dalla pandemia, di ritardare una ripresa fragile e piena di incognite. All’Europa, e all’Italia in particolare, servirebbe far risalire la domanda interna. Per noi vale circa il 70 % del Pil, così come per i francesi, mentre per i tedeschi è del 60%. A causa di lockdown, smart working, conference call, istruzione da remoto, assenza di turismo estero e carenza della locomotiva delle opere pubbliche, l’Italia avrà molte difficoltà a raggiungere una crescita del Pil di oltre il 4%.

In questo scenario così complesso il nostro Paese dovrebbe attivare una politica fiscale incentivante per attrarre investimenti privati esteri, in modo da immettere liquidità non a debito pubblico, e dare un consistente apporto al rilancio economico.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro