Martedì 16 Aprile 2024

Open Fiber ora cambia passo "A luglio è record di produttività"

Bertinetti, nuovo direttore della rete, fa il bilancio dei primi 4 mesi. "Nel 2023 svolta nelle aree bianche"

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Miglioramento delle performance, industrializzazione dei processi, digitalizzazione e focus sulle Aree Bianche. Sono gli obiettivi tracciati da Guido Bertinetti, alle spalle esperienze in grandi gruppi di tlc in Spagna e Regno Unito, entrato ad aprile in Open Fiber nella squadra dell’ad Mario Rossetti come Direttore Network&Operations. Intanto, un primo risultato è già stato raggiunto: "A luglio realizzato il record di 2mila chilometri di infrastruttura e poste le basi perché il 2023 sia l’anno della svolta nelle Aree Bianche".

Sono passati quattro mesi da quando è entrato in Open Fiber. Qual è il primo bilancio?

"Sono stati mesi impegnativi ma entusiasmanti. Trascorsi ormai i classici ‘primi cento giorni’, posso dire che il bilancio è sicuramente positivo, sono molto contento di essere entrato nella famiglia di Open Fiber e di poter contribuire a uno dei progetti di infrastrutturazione più ambiziosi d’Europa. Qui ho trovato un gruppo con una fortissima motivazione, un profondo senso di appartenenza e ottime competenze".

Dal punto di vista operativo invece, che cosa è stato messo in campo in questi mesi?

"Innanzitutto, ci siamo aggiudicati 8 lotti su 14 nelle gare per le Aree Grigie (le zone in cui è presente un solo operatore di rete, ndr) indette nell’ambito del Piano Italia 1 Giga del Governo, abbiamo stretto importanti accordi commerciali come quelli con Tim per la condivisione delle infrastrutture, che segna anche una nuova stagione di relazioni con il nostro competitor, e quello con Inwit per rinforzare il nostro ruolo nell’FWA. Alla luce del caro materiali e dei problemi occupazionali abbiamo inoltre rivisto e concordato con Mise e Infratel un piano di completamento degli interventi che mettano in priorità l’utilizzo dei fondi Ue Fesr che scadono nel 2023. Questi accordi contribuiscono al nostro sforzo di realizzare nei tempi previsti il piano sulle Aree Bianche, cioè in quei comuni rurali o più isolati dove l’assenza di una connettività adeguata determina un pesante digital divide".

Dunque?

"Qui il nostro impegno è una missione sociale prima ancora che industriale. Alla fine del 2021, erano stati realizzati circa 38mila chilometri di infrastruttura sugli 85mila dell’intero progetto nelle Aree Bianche, mentre nel 2022 contiamo di realizzarne oltre 18mila, cioè la metà di quanto fatto nei quattro anni precedenti. Negli ultimi quattro mesi, sono stati chiusi oltre 500 comuni e, al momento, abbiamo oltre 1.000 cantieri aperti. In sette mesi abbiamo messo in vendibilità 500 mila unità immobiliari in Ftth ed entro fine anno saranno, inoltre, completate le procedure di gara per l’aggiudicazione di lavori, servizi e forniture di materiali per un importo complessivo di circa 900 milioni di euro. Possiamo dire che il 2023 sarà l’anno di svolta nelle Aree Bianche".

Tra pandemia, guerra e inflazione il momento è complesso. In particolare, preoccupa la carenza di manodopera. Come vi state muovendo?

"A oggi impieghiamo circa 8mila persone tra indotto e dipendenti diretti, in futuro dovremmo raddoppiarli. La carenza di manodopera nei cantieri riguarda tutto il comparto di infrastrutture ed edilizia: è evidente che, per realizzare gli obiettivi del Pnnr, il fattore lavoro sia un elemento chiave e serva uno sforzo di sistema. Noi, per dare una risposta concreta, abbiamo deciso di cambiare il paradigma esistente dando vita a Open Fiber Network Solutions, consorzio con il Gruppo ASPI per assumere e formare internamente i tecnici. Abbiamo già iniziato ad assumere con l’obiettivo di arrivare a oltre mille persone, i primi cantieri sono già partiti".

Quanto pesano le Aree Grigie nel piano industriale di OF?

"I lotti che si è aggiudicata Open Fiber coinvolgono 3.881 comuni per un totale di circa 3,3 milioni di unità immobiliari. La progettazione è già iniziata e avvieremo i primi cantieri a breve. Si aggiungeranno le Aree Grigie commerciali, per le quali non è previsto l’intervento pubblico, che copriranno oltre 3 milioni di unità immobiliari. Nel complesso, il piano industriale di OF prevede di portare la rete la banda ultralarga in circa 25 milioni di case, uffici, imprese e sedi della PA e mobilita oltre 15 miliardi di investimenti".

Il piano per le Aree Grigie richiederà un altro sforzo, non rischiate di penalizzare le Aree Bianche?

"Come dicevo, le Aree Bianche sono una priorità. Ci stiamo impegnando al massimo per contrastare gli effetti di un contesto economico e di settore più critico, attraverso il Consorzio Ofns ma anche spostando risorse in queste aree. Inoltre, abbiamo individuato alcune imprese estere con le quali sono in corso discussioni per l’utilizzo delle loro risorse in Italia. Lo sforzo per aumentare la produttività sta già dando risultati: a luglio abbiamo realizzato il record di 2mila chilometri di infrastruttura posata. Sono oltre 4mila i comuni dove è già partita la commercializzazione dei servizi, ai quali si aggiungono 224 città di medie e grandi dimensioni (Aree Nere). Tutto questo ci permetterà di dare una svolta decisiva al piano che nel 2023 sarà sostanzialmente realizzato".

Quali sono le prossime sfide?

"Raggiungere gli obiettivi delle Aree Bianche, in combinazione con l’avvio delle Aree Grigie, anche attraverso il miglioramento dell’efficienza operativa e di gestione della filiera. Ma anche rendere Open Fiber un’azienda sempre più data driven, una trasformazione digitale che trova terreno fertile in una realtà giovane e agile come la nostra".

Lei ha lavorato nel mondo delle telecomunicazioni in Spagna e Regno Unito. Che lezione ne ha tratto?

"All’estero c’è una maggiore attenzione verso la diversity e una propensione alla ‘cooperation’ tra concorrenti. Il mio obiettivo, come manager, è mettere a frutto il meglio di ogni esperienza portando un approccio multiculturale centrato sull’empowerment delle persone".

 

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