Giovedì 18 Aprile 2024

Open Fiber, missione aree bianche: una nuova partnership con Eolo

Entro fine anno stesi 20mila chilometri di infrastruttura. Guido Bertinetti a capo del Consorzio OFNS

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Cambiano i governi ma negli ultimi anni la barra sul digitale resta dritta: recuperare il pesante divario accumulato rispetto agli altri paesi europei. Qualche buon segnale arriva dall’ultimo DESI, il documento ufficiale dell’Unione Europea che analizza lo sviluppo digitale degli Stati membri e che vede l’Italia recuperare posizioni sul fronte della connettività.

Un ruolo chiave in questo processo è stato giocato da Open Fiber, che ha fatto il suo ingresso sul mercato nel 2017 iniziando a coprire in fibra ottica FTTH (Fiber To The Home, la fibra che arriva direttamente all’interno delle abitazioni) le città grandi e medie (cosiddette aree nere) e in seguito si è aggiudicata i bandi pubblici Infratel per portare la connettività a banda ultra larga nei piccoli comuni e borghi (aree bianche) e, qualche mese fa, anche nelle zone industriali (aree grigie).

Il piano BUL che interessa le aree bianche - circa 6200 piccoli comuni poco densamente popolati in cui nessun operatore aveva dichiarato interesse a intervenire - è uno dei più grandi interventi infrastrutturali nel campo delle TLC mai realizzati in Europa. Open Fiber ha dovuto affrontare una serie di difficoltà burocratiche e operative. Tuttavia, nonostante ostacoli oggettivi come la carenza di manodopera e l’aumento del costo dei materiali dovuto alla guerra in Ucraina (che riguardano anche la gran parte dei settori produttivi italiani), l’azienda sta imprimendo un’accelerazione al piano per colmare il ritardo accumulato nel corso degli anni. Lo sta facendo da un lato aumentando la produttività nella realizzazione della rete e dall’altro con una serie di accordi con altri operatori per velocizzare la copertura ed evitare la duplicazione di infrastrutture, da ultimo quello con Eolo.

"A settembre abbiamo realizzato 2000 chilometri di fibra nelle aree bianche, in linea con il piano concordato con Infratel, Mise e Regioni. A fine anno avremo steso 20mila chilometri di fibra incrementali rispetto al 2021. In pratica, nel corso del 2022 avremo realizzato circa il 50% di quanto fatto complessivamente nei 4 anni precedenti" spiega Guido Bertinetti, che a partire dallo scorso aprile è il nuovo Direttore Network&Operations di Open Fiber. "Chiuderemo il 2022 – continua – con circa 3 milioni di unità immobiliari in vendibilità nelle aree in concessione, cui va aggiunto oltre 1 milione di UI già realizzate e che verranno collegate alla rete Internet, per un totale di oltre 4 milioni di unità immobiliari FTTH sul complessivo di 6,4 milioni". Bertinetti è stato inoltre nominato ad di Open Fiber Network Solutions (OFNS), consorzio di Open Fiber, Amplia Infrastructures e CIEL che sta formando e assumendo personale per lavorare nei cantieri della fibra ottica. A oggi OFNS è attivo in 27 cantieri e conta 250 persone, che a regime diventeranno circa 1000. Sempre nell’ambito della strategia di accelerazione della copertura delle aree bianche, OF ha infatti ampliato la partnership con Eolo, già attiva dal 2019, al fine di utilizzare le infrastrutture disponibili in 300 siti di Eolo e agevolare così la connettività FWA (Fixed Wireless Access) delle zone più impervie.