Opa su Creval, via libera Bce a Crédit Agricole

L’istituto guidato da Maioli ha ottenuto l’ok anche da Bankitalia. Algebris si disimpegna e cede il 5,3%

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Si avvicina sempre di più la partenza dell’Opa di Crédit Agricole Italia sul Credito Valtellinese. Il gruppo guidato da Giampiero Maioli, che fa capo alla banca ’verde’ francese, ha annunciato di avere ricevuto l’autorizzazione da Bce e Bankitalia per il superamento della soglia del 10% nel capitale di Creval, l’acquisto di una partecipazione di controllo diretto e di partecipazioni qualificate indirette in Creval PiùFactor e in Generalfinance.

Incassato il via libera delle banche centrali, adesso per l’avvio sul mercato dell’Opa volontaria totalitaria sul Creval annunciata il 23 novembre da Crédit Agricole Italia manca solo il nulla osta Consob, atteso a breve. Intanto, nonostante non siano mancati rilievi all’offerta ritenuta "inattesa e non concordata" da parte del consiglio di amministrazione della banca guidata da Luigi Lovaglio e critiche a un valore ritenuto troppo basso da parte di qualche azionista (fondo Petrus, Kairos e Hosking Partners), per il gruppo francese il prezzo è giusto. E Jerome Grivet, direttore finanziario di Crédit Agricole ha ribadito ieri che l’Opa di Creval "è perfettamente in linea" con le attese.

L’offerta prevede 10,5 euro per azione per un investimento totale fino a 737 milioni e lo sviluppo del Credito Valtellinese integrato in un grande gruppo, salvaguardando sia lo storico rapporto con i territori in cui la banca è presente, sia l’occupazione. In Borsa il titolo vale più del prezzo dell’Offerta di acquisto (ieri ha chiuso a 12,10 euro, -0,49%) ma è difficile pensare che possa scendere in campo un cavaliere bianco in grado di contrapporsi rialzando l’offerta.

Anche perché Crédit Agricole Italia parte da una base forte, con il possesso già del 9,85% del capitale sociale di Creval a cui si aggiungerebbe, per sfiorare il 18%, un altro 7,8. La quota comprende il 5,38% del fondo Algebris, che cederà il pacchetto anche se l’Opa non dovesse andare a buon fine, secondo la modifica dell’accordo di novembre annunciata l’altro giorno, e altri contratti di acquisto a blocchi effettuati di recente.

Achille Perego