Mercoledì 24 Aprile 2024

Op Armonia traccia la strada delle clementine "Investire nella ricerca e aprire nuovi canali"

I piani del gruppo al top nella sperimentazione negli agrumi

La strada è tracciata: investire nella ricerca per rilanciare la tradizione italiana e aprire nuovi canali anche all’estero. "Siamo l’unico soggetto del nostro Paese che ha scelto questo modus operandi nell’agrumicoltura" premette Marco Eleuteri, amministratore delegato di Op Armonia, realtà con sede a Battipaglia (Salerno) e tra le più grandi organizzazioni di produttori del Sud con 1.500 ettari di superficie coltivata dalle Marche alle Calabria.

Il gruppo ha chiuso il 2019 con un fatturato di circa 25 milioni di euro, in cui il peso degli agrumi è del 35% (seguono le drupacee con il 28%, le verdure bio con il 13%, le fragole con il 9%, i kiwi con l’8% e l’uva con il 7%). Poi il boom nei primi due mesi di quest’anno – prima che deflagrasse in tutto il mondo l’emergenza Coronavirus – con un incremento del giro d’affari del 30% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. "Una crescita dettata più da ragioni strutturali che congiunturali – spiega Eleuteri – visto che abbiamo aumentato le superfici coltivate per tutti gli articoli. Il trend dovrebbe continuare per tutto il prossimo triennio".

Sono proprio gli agrumi a spingere lo sviluppo di Op Armonia, che ha previsto cospicui investimenti produttivi per il triennio 2020-2022: oltre 100 ettari di nuovi impianti per clementine e mandarini (in Campania e Puglia), 100 ettari per le drupacee tra Marche e Campania con un’attenzione particolare alle pesche piatte, almeno altri 40 ettari di nuove serre (per la coltivazione di verdure bio Campania). "Per sostenere questo ambizioso piano di espansione – continua l’amministratore delegato – abbiamo aumentato il capitale sociale dell’organizzazione da 70mila a 700mila euro, rendendo molto più solida la nostra struttura patrimoniale". Op Armonia è l’azienda italiana che più di tutte investe in ricerca e sperimentazione nel comparto agrumicolo. Ne è testimonianza anche il lancio della nuova varietà di clementine Sanzo, che sarà diffusa con il marchio commerciale Perrina in onore di Francesco Perri, l’agronomo che l’ha creata (che è ‘citrus scientist specialist’ per il gruppo compano).

"Si tratta – osserva Eleuteri – della varietà di clementine italiana più tardiva: questo ci permetterà di ampliare il calendario di produzione da poco più di due mesi a circa quattro, da novembre a febbraio. Dal nostro punto di vista vuol dire avere un nuovo slancio competitivo sul mercato internazionale".

Op Armonia pianterà almeno 70 ettari di Perrina in Campania e Puglia nei prossimi due anni, puntando a stipulare accordi con altre organizzazioni di produttori italiane per ulteriori 150-200 ettari tra Calabria, Basilicata, Sardegna e Sicilia, "negli areali a maggiore vocazione clementicola". Ma il progetto più ambizioso si manifesta nel ‘Programma di miglioramento varietale e risanamento del clementine e dei mandarino-simili’, frutto di una convenzione firmata nel 2017 – per una durata di sette anni – da Op Armonia e dal Crea-Ofa di Acireale (Catania), il principale istituto italiano di ricerca in agrumicoltura.

L’iniziativa, coordinata da Perri, vede lo stesso Eleuteri in prima linea: Op Armonia investirà complessivamente un milione di euro nel progetto. "L’obiettivo – dice il manager – è quello di ricercare clementine e mandarini a polpa pigmentata, tipologia di frutti per cui c’è interesse in tutto il mondo. Anche altri Paesi leader nella produzione agrumicola, come Spagna, Stati Uniti e Israele, sono impegnati nella ricerca. Ma noi crediamo fortemente in questo programma: abbiamo già oltre mille incroci realizzati, tutti pigmentati, gran parte dei quali è messa a dimora nel nostro campo sperimentale".

L’innovazione e la ricerca scientifica sono fondamentali anche in settore come quello dell’agrumicoltura. Significa che ci sono "buone probabilità che nascano nuove varietà di agrumi ‘easy peeler’ a polpa pigmentata. Siamo pronti – continua Eleuteri – a intensificare la nostra attività produttiva in Italia, anche per entrare come protagonisti nel mercato mondiale. La nuova area di business sarà quella della proprietà intellettuale delle varietà: potremo cedere i diritti di moltiplicazione dietro il pagamento di royalty. Un mercato ricco nel quale abbiamo intenzione di entrare nel giro di due o tre anni".

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