Obbligo di Pos, il governo fa saltare la norma. In manovra crediti di imposta

Dopo il confronto delle ultime settimane con la Commissione Ue, ecco il cambio di orizzonte. Esecutivo aveva preparato due alternative: l'annullamento tout court della norma o l'abbassamento della soglia dai 60 ai 30 euro

Roma, 18 dicembre 2022 - Sull'obbligo di Pos il governo fa saltare la norma dalla manovra. A quanto si apprende da fonti di governo, nel confronto delle ultime settimane con la Commissione Ue sarebbe emerso che con la misura prevista vi fosse il rischio che alcuni aspetti della norma, con la soglia portata da zero a 60 euro per l'obbligo di accettare pagamenti elettronici, contrastassero con milestone e target del Pnrr raggiunti dall'Italia lo scorso anno. Con un emendamento, il governo ha così deciso di sostituire l'articolo in questione, cambiando l'impostazione e inserendo una previsione sui crediti di imposta.

La norma scritta nella precedente versione della manovra 2023 prevedeva che il commerciante che non accettasse pagamenti elettronici fosse sanzionabile solo dai 60 euro in su. Gli esperti di Bankitalia e dell'Ufficio parlamentare dei bilancio l'avevano già bocciata. Anche Giorgia Meloni aveva ammesso l'eventualità. "Stiamo trattando con la Commissione", aveva detto lasciando Palazzo Madama dopo il concerto di Natale. "Se non ci sono i margini ci inventeremo un altro modo per non fare pagare agli esercenti le commissioni bancarie sui piccoli pagamenti". 

Pagamento con Pos (Ansa)
Pagamento con Pos (Ansa)

Il governo aveva preparato due alternative: l'annullamento tout court della norma (si tornerebbe così alle sanzioni con qualsiasi cifra) o l'abbassamento della soglia dai 60 ai 30 euro.