La manovra economica supera l’ultimo scoglio, quello della Camera, in tempo utile per evitare l’esercizio provvisorio. Il governo incassa il via libera alla fiducia in serata con 414 sì e 47 no e 1 astenuto. E il voto finale di oggi conferma il via libera al testo che diventa così legge. Arrivano in extremis anche le critiche del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi: "Si è guardato più agli interessi dei partiti che a quelli della crescita economica". La manovra vale 32 miliardi, rifinanzia il reddito di cittadinanza ma cancella quota 100: si potrà andare in pensione con 64 anni di età e almeno 38 di contributi. Ma il piatto forte resta il fisco.
La nuova Irpef
Le aliquote passano da 5 a 4. Restano ferme, al 23% e al 43% quelle per i redditi più bassi (fino a 15mila euro) e più alti (oltre 75mila). Ma, in compenso, viene ridotta di 2 punti il secondo scaglione (dal 27 al 25%) e di 3 punti quella del terzo scaglione (dal 38 al 35%). In questo caso, però, la soglia di reddito passa da 55mila a 50mila. In sintesi avremo una riduzione di imposte fra i 15mila e i 50mila euro annui e un aumento fra 50mila e 75mila. Oltre questa soglia non cambia nulla. La riduzione media dovrebbe essere di 264 euro per 27,8 milioni di contribuenti. C’è chi arriverà a risparmiare 945 euro. L’obiettivo del governo è di arrivare presto a un sistema fiscale con solo tre aliquote.
Le detrazioni
Riviste anche le detrazioni: quella base (che assorbirà anche il bonus Renzi e comprenderà l’assegno unico per i figli) passa dagli attuali 1.800 a 3.100 euro. Per salvaguardare i redditi più bassi, è prevista anche una clausola di salvaguardia. In ogni caso, il bonus Renzi (100 euro al mese) resterà non solo per i redditi fino a 15mila euro ma anche, in qualche caso, fino a 28mila euro.
Cuneo fiscale e Irap
Ci sarà un taglio degli oneri contributivi dello 0,8% per i lavoratori con redditi fino a 35mila euro. Si tratta di un intervento una tantum valido solo per il 2022. Con uno stanziamento di 1,2 miliardi, l’Irap sarà cancellata per circa 835mila autonomi, tra professionisti e ditte individuali. Sempre per restare nel capitolo imprese, l’ex iperammortamento, oggi credito d’imposta sui beni strumentali digitali, viene prorogato al 2025, ma dimezzato rispetto al 2022: sarà del 20% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro, del 10% per la quota fino a 10 milioni e del 5% per la quota sopra i 10 milioni. Il limite massimo di costi ammissibili è di 20 milioni di euro.
Cartelle
Avremo 180 giorni di tempo (e non più 150) per pagare le cartelle esattoriali, notificate nei prossimi tre mesi, senza alcuna sanzione.