Gasdotto Nord Stream 1 chiuso, conseguenze in Europa e Italia: ecco il piano di emergenza

Stop di 10 giorni per manutenzione dell'infrastruttura che importa il gas russo, ma nell'Unione ci si prepara al peggio (ovvero al blocco totale). Germania: palestre per riscaldarsi, lampioni e semafori spenti. Gli interventi previsti in Italia in caso di scenario peggiore

Roma, 11 luglio 2022 - Ufficialmente lo stop durerà 10 giorni ma in Europa si teme un blocco totale. La chiusura da oggi del gasdotto Nord Stream 1 rischia di aprire una crisi energetica senza precedenti nell'Unione, messa nell'angolo dalle manovre di Mosca tutt'altro che trasparenti. L'allarme è alto soprattutto nei Paesi più dipendenti dagli approvvigionamenti di gas russo, Francia e Germania. Ma anche l'Italia è costretta a prevedere un piano di emergenza. 

Il percorso del gasdotto Nord Stream 1
Il percorso del gasdotto Nord Stream 1

Cosa sta succedendo

Da oggi il gasdotto Nord Stream 1, la più grande infrastruttura di importazione di gas dell'Unione europea, che collega la Siberia alla Germania, è chiuso. Gazprom, il colosso russo controllato dal governo di Mosca, ha spiegato che serviranno 10 giorni per terminare i lavori di manutenzione che consistono nella sostituzione di una turbina. Ma in Europa il timore è che sia solo il primo passo verso un blocco totale, secondo una logica ritorsiva e di ricatto in risposta alle sanzioni Ue per la guerra in Ucraina.

Il mese scorso Mosca ha tagliato i flussi al 40% della capacità totale del gasdotto, citando il ritardo nella restituzione delle apparecchiature da parte della tedesca Siemens Energy in Canada. Il Canada ha dichiarato da parte sua che nel fine settimana la turbina arriverà a destinazione. Ma la questione è "una scusa" usata dalla Russia per ridurre le consegne, accusa una portavoce della Commissione Ue. 

L'Europa teme che la Russia possa estendere pretestuosamente la manutenzione programmata per limitare ulteriormente la fornitura di gas. In Francia il ministro delle Finanze, Bruno Le Maire, è convinto che si andrà verso un taglio totale delle forniture. "Ritengo che sia lo scenario futuro più probabile", ha detto Le Maire, che ha anche allertato Bruxelles: "In Europa occorre prepararsi".

Gas russo, da oggi è fermo il gasdotto NordStream 1: cosa sta succedendo

Le conseguenze in Europa

Lo stop al gasdotto metterebbe il crisi lo stoccaggio di gas russo per l'inverno nei Paesi Europei che ne dipendono, in primis Francia e Germania ma non solo, con una conseguente impennata dei prezzi e la prospettiva di razionamenti nei consumi. La Ue, che riceve circa il 40% del suo gas attraverso i gasdotti russi, sta cercando di ridurre rapidamente la sua dipendenza dagli idrocarburi russi in risposta all'invasione ucraina ma ci vuole tempo. In Germania già si corre ai ripari. In un clima di crescente tensione per l'esorbitante aumento dei prezzi energetici, nel Land tedesco della Renania-Palatinato l'amministrazione locale sta pianificando di allestire spazi collettivi, come le palestre, per fare in modo che chi non potrà più pagare i costi del riscaldamento in casa possa comunque riscaldarsi in caso di emergenza. Ma anche i centri di Neustadt, Frenkenthal e Landau pianificano le cosiddette "isole di calore". Fra le misure di emergenza previste anche lo stop dell'illuminazione degli edifici pubblici e lo spegnimento dei semafori di notte. 

Il piano per l'emergenza in Italia 

Attualmente l'Italia è arrivata al 64% dello stoccaggio necessario per l'inverno (pari a 6,1 miliardi di metri cubi di metano). Il piano italiano in caso di taglio delle forniture dalla Russia, prevede tre livelli di allarme: per il momento siamo fermi al primo. Se però i rubinetti del Nordstream fossero chiusi in maniera definitiva, si passerebbe alla fase numero due dell'emergenza. Secondo quanto riporta La Repubblica, questo step prevede una serie di interventi, dal "razionamento" del gas alle industrie energivore al maggior utilizzo delle centrali a carbone per la produzione di elettricità. Ma anche l'introduzione di politiche di austerity dei consumi: riscaldamento più contenuto, con tagli fino a due gradi della temperatura nelle abitazioni e negli uffici, risparmi sull'illuminazione pubblica, con orario ridotto di accensione dei lampioni sulle strade. Il tutto fino a quando il gas russo non verrà sostituito da forniture provenienti da altri Paesi produttori. 

Campagna per il risparmio energetico 

Intanto il governo sta pensando a una campagna per il risparmio energetico: "Stiamo discutendo con altri ministeri di un progetto rapido di informazione, tipo Pubblicità e progresso, su due grandi settori: uno è l'acqua, l'altro è l'energia - spiega il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani -. Fra l'altro sono due settori molto collegati. Stiamo pensando di costruire una serie di messaggi che diano dei suggerimenti di comportamento e di sobrietà nell'uso delle risorse. Sarà fondamentale lanciare questi messaggi a breve, visto che dopo l'estate comincerà il periodo in cui i consumi crescono".