Giovedì 25 Aprile 2024

Nord bloccato Grandi opere: un terzo è al palo

L’Osservatorio infrastrutture: mancano i fondi. Per un altro terzo avanzamento inferiore al previsto

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di Elena Comelli

Un sistema Paese bloccato, con più di un terzo dei progetti infrastrutturali fermi nel Nord Italia, l’area che dovrebbe essere la locomotiva economica della nazione. Nel 2020, su 68 opere monitorate dall’Osservatorio Territoriale Infrastrutture Nord, 23 risultano completamente ferme (pari al 34%), 24 (35%) hanno avuto un avanzamento inferiore ai programmi e solamente 21 (31%) hanno soddisfatto le aspettative. Per molte opere bloccate mancano i finanziamenti, un problema che potrebbe essere risolto con l’arrivo dei fondi del Recovery Fund. E’ il caso delle tratte ferroviarie che dovevano allacciare la rete italiana ai monumentali tunnel svizzeri del Gottardo e del Loetschberg, completati ormai da anni a spese degli elvetici e a cui fino ad oggi l’Italia non è stata nemmeno in grado di connettersi con le tratte ferroviarie di nostra competenza, tagliando così di molto i tempi di viaggio Milano-Zurigo e verso il Centro Europa.

Altri importanti progetti, come la Gronda di Genova, sono bloccati invece dal persistere di veti e indecisioni politiche. Altri ancora "si scontrano con le pastoie burocratiche e con la lentezza delle procedure, come nel caso delle opere di accessibilità ferroviaria e stradale a Malpensa, dei nodi stradali di Genova e Torino o del nodo ferroviario di Bologna", ha spiegato Vittorio Biondi, direttore della politiche industriali di Assolombarda, illustrando il rapporto.

Proseguono secondo le aspettative soltanto le opere dove è stato forte l’impegno politico, come il tunnel ferroviario del Brennero e le tratte di alta velocità Brescia-Verona e Verona-Padova. Quest’anno l’Osservatorio, grazie all’adesione di tutte le Confindustrie del Nord Italia, ha ampliato il monitoraggio, ma non ha trovato grandi novità rispetto alle venti edizioni precedenti. In primis il grande problema di un sistema ferroviario tagliato fuori dai grandi sistemi ferroviari europei. "Il sistema produttivo italiano e i milioni di famiglie che ne traggono sostentamento hanno bisogno di un’ottima logistica per approvvigionarsi e per inviare le merci prodotte ai mercati di destinazione", ha rilevato Guido Ottolenghi, presidente del comitato tecnico logistica e trasporti di Confindustria. Un punto centrale nella strategia infrastrutturale del Recovery Plan, che punta alla transizione dei trasporti verso un maggior ruolo delle ferrovie.

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