Mercoledì 24 Aprile 2024

NFT, cosa sono e come gestire il boom

Guida pratica ai "Non fungible token", gli strumenti digitali che hanno aperto un mercato miliardario

Sushi o bistecca alla fiorentina? Sia gli amanti della cucina giapponese, che gli affezionati alla tradizione culinaria italiana sono stati accontentati. Per tutti loro, da qualche mese a questa parte, i menu al ristorante possono essere acquistati anche con gli Nft (non fungible token), nuovi oggetti del desiderio dell’era digitale, che oggi spopolano in quasi e tutti e cinque i continenti. Grazie agli Nft, per esempio, si possono comprare alcune degustazioni dell’Oishi Japanese Kitchen, rinomato ristorante giapponese di Pescara e Teramo, segnalato nelle prestigiose guide Michelin o del Gambero Rosso. La stessa cosa si può fare in sei famosi ristoranti del capoluogo toscano (Cammillo, Cibrèo, Da Burde, L’Ora d’Aria, Regina Bistecca e Tullio a Montebeni), dove gli Ntf danno diritto a godersi in coppia una saporita bistecca alla fiorentina, accompagnata da un bicchiere di Chianti.

Cosa sono gli Nft

Ma cosa sono questi ormai gettonatissimi Nft? Per capirlo bisogna innanzitutto fare una premessa. La loro diffusione è legata alla nascita e allo sviluppo della Blockchain, una tecnologia che promette di rivoluzionare il settore finanziario e che è alla base delle ormai celebri e discusse criptovalute come i Bitcoin. Nella traduzione letterale italiana, Blockchain significa catena di blocchi ed è, secondo la definizione che danno gli addetti ai lavori, una struttura condivisa e immutabile di dati, che non possono essere modificati e sono concatenati tra loro in ordine cronologico. Aldilà di questi tecnicismi, la sostanza è che la Blockchain rappresenta appunto una importantissima innovazione per il settore finanziario e per tutte le attività commerciali più in generale, perché consente di rendere digitali i dati di una transazione e fare in modo che siano sempre tracciabili, trasparenti e verificabili. Questa tecnologia, per esempio, può essere utilizzata per risalire a tutti i passaggi di denaro all’interno di un flusso finanziario o di una filiera commerciale ma anche per tracciare i beni alimentari e la loro provenienza. Token e criptovalute

Grazie alla Blockchain si è sviluppata un’altra innovazione: i token, termine inglese che in italiano significa letteralmente gettone ma che nel turbinoso mondo digitale ha un altro significato. È una sorta di gettone virtuale, che grazie alla tecnologia Blockchain conferisce a chi lo possiede un diritto, per esempio il diritto di proprietà su un bene, che non può esser falsificato e che può essere trasferito con una transazione sempre trasparente e tracciabile. Per questo si parla sempre più spesso di tokenizzazione: un processo in cui vengono creati dei token digitali che rappresentano appunto la proprietà su un bene. Anche i cosiddetti beni reali, per esempio un’azienda agricola, degli immobili, un’opera d’arte, un appezzamento di terreno e persino una cena al ristorante possono dunque essere tokenizzati. Quando il token rappresenta il diritto di proprietà di un bene unico (per esempio un’opera d’arte o una fotografia) si ha un non fungible token (Nft). Quest’ultimo non è interscambiabile con un altro token perché rappresenta appunto un bene specifico e ben determinato (o una sua parte) a differenza delle criptovalute che sono invece per loro natura token fungibili e interscambiabili come qualsiasi valuta. Verso il Metaverso

Ecco allora che, nel mondo digitale dove non manca mai l’inventiva, gli Nft si sono trasformati in breve tempo in un fenomeno di massa, o quasi, e sono nati in qualunque campo. Ci sono gli Nft legati a opere d’arte o creati dagli stessi artisti. È il caso di Lorenzo Marini, caposcuola della corrente definita Type Art, che ha appena dato vita a una mostra virtuale sul web intitolata NFType. Oggi esistono Nft da collezione, come quello creato dal Milan, rappresentativo di una frazione di una maglia rossonera indossata da un bambino del Sudan, immortalato dal fotografo di guerra danese Jan Grarup. Ci sono Nft rappresentativi di quadri, sculture, capi di moda, appezzamenti di terreno (o di loro porzioni) e chi più ne ha più ne metta: tutto diventa digitale e ben si adatta all’avvento del Metaverso, la nuova dimensione di internet che sta nascendo grazie a nuovi dispositivi ottici che consentono di vedere immagini tridimensionali e immergersi in una realtà virtuale, sempre meno distinguibile dal mondo reale. Mercato miliardario È dunque facilmente intuibile perché, attorno agli Ntf, oggi stia iniziando a circolare una montagna di soldi. Già alla fine del 2021, secondo la società di ricerca NonFungible.com, questo tipo di strumenti digitali aveva dato vita a un mercato del valore di ben 17 miliardi di dollari, contro i meno di 100 milioni dell’anno precedente.  Nell’arco di un decennio, secondo gli analisti, il mercato degli Nft potrebbe decuplicare il proprio valore e superare la soglia dei 230 miliardi. Dai ricercatori arrivano però segnali contrastanti. Come ha ricordato l’agenzia Agi citando i dati della piattaforma DappRadar, nel terzo trimestre del 2022 le vendite di Nft hanno subito un crollo, attestandosi su un valore di 3,4 miliardi di dollari contro gli 8,4 miliardi del secondo trimestre e i 12,5 miliardi del primo trimestre. Dopo il boom iniziale, insomma, non è detto che la corsa ai non fungible token duri all’infinito. Occhio alle mode, insomma, e occhio alle bolle speculative.

   

 

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