Pannelli solari dell'impianto fotovoltaico da 1,03 MWp della ditta Roncadin, inaugurato a Meduno, Pordenone, 22 luglio 2011. ANSA / STEFANO LANCIA

Impianto fotovoltaico a Meduno, Pordenone (Ansa)

Bruxelles, 6 marzo 2023 - Entro il 2030 l'Unione europea dovrebbe essere in grado di soddisfare almeno il 40% della domanda annuale europea di pannelli solari, l'85% per la tecnologia eolica, il 60% per le pompe di calore, l'85% per le batterie e il 50% degli elettrolizzatori. Sono gli obiettivi stabiliti nella bozza del piano industriale Ue Net-Zero. Un documento che fissa i target di produzione per le tecnologie green ritenute chiave al fine di decarbonizzare l'economia continentale e allontanare così l'Unione dalla dipendenza dai Paesi terzi come la Cina.  Il testo, che deve ancora essere completato, dovrà essere approvato dalla Commissione e presentato dalla stessa a Strasburgo per la Plenaria dell'Eurocamera il 14 marzo.  L'Ue dovrà "aumentare la capacità produttiva europea e garantire la sicurezza dell'approvvigionamento di tecnologie a zero emissioni - recita la bozza al primo di 36 articoli -, sostenendo l'obiettivo di decarbonizzazione per il 2030".    Le tecnologie  Sono 9 i settori coinvolti: fotovoltaico, eolico, batterie, pompe di calore, idrogeno rinnovabile, biometano, tecnologie nucleari, tecnologie Ccus, elettrico. Il piano prevede anche l'istituzione, in ciascun Paese di "valli dell'industria Net-Zero" e permessi amministrativi più veloci per le tecnologie elencate.  Il lessico  Nel primo di 6 capitoli della bozza è dedicato a precisazioni lessicali. Per "tecnologie a zero emissioni" - è scritto - si intendono le tecnologie relative ai sistemi energetici che garantiscono emissioni di gas a effetto serra basse, nulle o negative durante il funzionamento e i prodotti tecnologici finali, i componenti, i macchinari o gli assemblaggi installati nell'Unione che sono commercialmente disponibili e che contribuiscono all'implementazione o alla produzione di tecnologie a raggiungere l'obiettivo della decarbonizzazione. La "valle industriale a zero emissioni" è un'area specifica, sul terreno, che è stata designata da uno Stato membro come particolarmente adatta alla costruzione di un'industria a zero emissioni o all'espansione di impianti di produzione dell'industria a della filiera dell'industria a zero emissioni; un progetto di produzione a tecnologia zero: "un impianto industriale che realizza prodotti a tecnologia zero", si legge nel testo. I fondi  Il piano istituisce una task force ad hoc, "la piattaforma Net Zero", per la governance dei progetti e dei fondi, e specifica che una quota dei finanziamenti (non ancora scritta nella bozza) dovrà arrivare dai singoli stati.  Nessun riferimento al Fondo di Sovranità - che secondo la strategia della Commissione dovrebbe vedere la luce non prima dell'estate - ma nel testo si citano due fondi dell'Ue: l'Innovation Fund e InvestEu.  Rinviato lo stop ai motori termici  Mentre si avvia ad approvare il piano Net Zero, l'Ue frena invece sull'obiettivo di vendere in Europa solo veicoli nuovi a emissioni zero, entro il 2035. L'approvazione del regolamento Ue in merito, infatti, è stata rinviata dopo la spaccatura in Consiglio. A pesare, oltre al no dell'Italia e alle posizioni di fatto contrarie di Polonia e Bulgaria (sebbene Sofia a novembre si sia astenuta), sono le perplessità della Germania.

Economia

Bruxelles, 6 marzo 2023 -&nbsp;Entro il 2030 l'Unione europea&nbsp;dovrebbe essere in grado di soddisfare almeno il 40% della domanda annuale europea di pannelli solari, l'85% per la tecnologia eolica, il 60% per le pompe di calore, l'85% per le batterie e il 50% degli elettrolizzatori. Sono gli obiettivi stabiliti nella bozza&nbsp;del piano industriale Ue Net-Zero. Un documento che&nbsp;fissa i target di produzione per le tecnologie green ritenute chiave al fine di decarbonizzare l'economia continentale e allontanare così l'Unione dalla dipendenza dai Paesi terzi come la Cina.&nbsp; Il testo, che deve ancora essere completato,&nbsp;dovrà essere approvato dalla Commissione e presentato dalla stessa a Strasburgo per la Plenaria dell'Eurocamera&nbsp;il 14 marzo.&nbsp; 
L'Ue dovrà "aumentare la capacità produttiva europea e garantire la sicurezza dell'approvvigionamento di tecnologie a zero emissioni -&nbsp;recita la bozza al primo di 36 articoli -,&nbsp;sostenendo l'obiettivo di decarbonizzazione per il 2030".&nbsp;&nbsp; 
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Sono 9 i settori coinvolti:&nbsp;fotovoltaico, eolico, batterie, pompe di calore, idrogeno rinnovabile, biometano, tecnologie nucleari, tecnologie Ccus, elettrico. Il piano prevede anche l'istituzione, in ciascun Paese di "valli dell'industria Net-Zero"&nbsp;e permessi amministrativi più veloci per le tecnologie elencate.&nbsp; 
<h2 class="title-paragraph">Il lessico&nbsp;</h2> 
Nel primo di 6 capitoli della bozza è dedicato a precisazioni lessicali.&nbsp;Per "tecnologie a zero emissioni" - è scritto -&nbsp;si intendono le tecnologie relative ai sistemi energetici che garantiscono emissioni di gas a effetto serra basse, nulle o negative durante il funzionamento e i prodotti tecnologici finali, i componenti, i macchinari o gli assemblaggi installati nell'Unione che sono commercialmente disponibili e che contribuiscono all'implementazione o alla produzione di tecnologie a raggiungere l'obiettivo della decarbonizzazione. 
La "valle industriale a zero emissioni" è un'area specifica, sul terreno, che è stata designata da uno Stato membro come particolarmente adatta alla costruzione di un'industria a zero emissioni o all'espansione di impianti di produzione dell'industria a della filiera dell'industria a zero emissioni; un progetto di produzione a tecnologia zero: "un impianto industriale che realizza prodotti a tecnologia zero", si legge nel testo. 
<h2 class="title-paragraph">I fondi&nbsp;</h2> 
Il piano istituisce una task force ad hoc, "la piattaforma Net Zero", per la governance dei progetti e dei fondi, e specifica che&nbsp;una quota dei finanziamenti (non ancora scritta nella bozza) dovrà arrivare dai singoli stati.&nbsp; 
Nessun riferimento al Fondo di Sovranità - che secondo la strategia della Commissione dovrebbe vedere la luce non prima dell'estate - ma nel testo si citano due fondi dell'Ue: l'Innovation Fund e InvestEu.&nbsp; 
<h2 class="title-paragraph">Rinviato lo stop ai motori termici&nbsp;</h2> 
Mentre si avvia ad approvare il piano Net Zero, l'Ue frena invece sull'obiettivo di vendere in Europa solo veicoli nuovi a emissioni zero, entro il 2035. <a href="https://www.quotidiano.net/economia/auto-elettriche-2035-ue-rinvio-1.8544841" target="_blank">L'approvazione del regolamento Ue in merito, infatti, è stata rinviata</a> dopo la spaccatura in Consiglio. A pesare, oltre al no dell'Italia e alle posizioni di fatto contrarie di Polonia e Bulgaria (sebbene Sofia a novembre si sia astenuta), sono le perplessità&nbsp;della Germania.

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