Roma, 6 luglio 2022 - Il reddito di cittadinanza continua a essere difeso a spada tratta dai grillini, ma la maggioranza degli addetti ai lavori lo considera un fallimento. Come stanno le cose? "Per quanto riguarda l’aiuto alla ricerca di una occupazione per i beneficiari del reddito, definirlo un fallimento è la cosa più onesta che si possa dire – avvisa Maurizio Del Conte (nella foto), professore ordinario di Diritto del lavoro alla Bocconi e regista della creazione dell’Anpal nella versione originaria – Se lo consideriamo, invece, per la parte dedicata al sostegno del reddito, non v’è dubbio che gli oltre venti miliardi di euro erogati nei primi tre anni di applicazione abbiano avuto un significativo effetto di contrasto alla povertà assoluta. Tanto più durante la pandemia. Anche se il meccanismo di assegnazione del beneficio economico ha mostrato gravi storture sia per quanto riguarda la platea dei destinatari che l’entità dell’assegno, penalizzando soprattutto le famiglie numerose". Perché ha fallito come strumento di accompagnamento al lavoro? "Perché invece di partire dalla ricostruzione della nostra debolissima rete di servizi per il lavoro, il legislatore ha pensato che si potessero bruciare le tappe intasando i malandati 554 centri per l’impiego sparsi nella Penisola con centinaia di migliaia di percettori del reddito, con il compito di trovargli un lavoro. Come previsto, l’operazione non solo è stata fallimentare per i beneficiari del sussidio, ma ha mandato in ulteriore sofferenza i centri per l’impiego, anche in quelle poche realtà (sì, ce ne sono) che si erano distinte per la qualità dei servizi resi ai disoccupati. Insomma, date le premesse, si è trattato di un fallimento ampiamente annunciato". È finita male anche l’operazione navigator? A che cosa sono serviti? "I navigator, nel senso delle persone che sono state reclutate con questo nuovo appellativo, sono state le prime vittime ...
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