Cos'è la Nadef, significato e previsioni per il 2023. Le misure per il caro-energia

Ventuno miliardi di spesa in deficit per finanziare il contenimento delle bollette. Giorgetti: "Quadro peggiorato, inevitabile cambio delle stime". Un nuovo decreto aiuti prorogherà il taglio delle accise sulla benzina e confermerà i crediti di imposta per le imprese

Roma, 5 novembre 2022 - Le previsioni sull'andamento dell'economia italiana sono "notevolmente peggiorate ". Lo sottoscrive il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti presentando la Nadef (Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza) che rivede e integra le previsioni approvate lo scorso 28 settembre, approvata ieri dal Consiglio dei ministri e pubblicata sul sito del ministero delle Finanze (MEF). Caro energia, inflazione, rialzo dei tassi: in base a "tali premesse è risultato inevitabile aggiornare non solo il quadro macroeconomico programmatico e di finanza pubblica per il 2022-2025, ma anche la previsione tendenziale su cui esso si basa", sintetizza Giorgetti. In questo contesto il governo intende "salvaguardare le famiglie più fragili economicamente e le imprese italiane e il lavoro che esse creano", con un "forte impegno" sul Pnrr "da cui dipendono ingenti investimenti per rilanciare la crescita sostenibile dell'economia italiana". 

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ll ministro dell'Economia e Finanze Giancarlo Giorgetti  (Ansa)
ll ministro dell'Economia e Finanze Giancarlo Giorgetti (Ansa)

Cos'è la Nadef 

Una premessa: cos'è la Nadef. La Nota di aggiornamento al Def (Documento di economia e finanza) serve per aggiornare, alla luce dei nuovi dati macroeconomici, le previsioni contenute nel Def, il dossier di programmazione economica e finanziaria che l'esecutivo elabora in primavera e che è tenuto a spedire all'Ue entro il 30 aprile. Contiene obiettivi di finanza pubblica e strategie di bilancio, previsioni di spesa, programmazione delle risorse e delle riforme (Pnr, piano nazionale delle riforme). Una sorta di legge di bilancio in sintesi, che ora dovrà essere presentata in Parlamento

Taglio accise benzina fino al 31 dicembre

La Nadef approvata dal Governo Meloni destina per il 2023 circa 21 miliardi di euro finanziati in deficit - cioè chiedendo soldi in prestito - alle misure di contrasto all'aumento dei costi energetici, da cui deriva anche l'impennata dell'inflazione. A queste risorse si aggiungono circa 9 miliardi derivanti dal cosiddetto extragettito del 2022. Nel dettaglio nella nota si legge che "il Governo ha deciso di confermare l'obiettivo di deficit per il 2022 del DEF e di utilizzare il risultante spazio di bilancio, quantificabile in poco più di nove miliardi, in larga parte a copertura di nuove misure di mitigazione del costo dell'energia". Tra gli interventi programmati la "riproposizione dei crediti di imposta a favore delle imprese" e il "taglio delle accise sui carburanti fino al 31 dicembre", misure che dovrebbero essere contenute in un decreto Aiuti Quater, il primo del governo Meloni, "in corso di perfezionamento". 

Eventuali altri aiuti per contenere gli effetti del caro energia sono rimandati al prossimo anno. Il governo, dice Giorgetti, continuerà a monitorare "l'andamento dei prezzi energetici e il loro impatto su imprese e famiglie": nel prossimo Def, ad aprile dunque, "si valuterà se sussista l'esigenza di ulteriori interventi di calmierazione delle bollette e di aiuti a imprese e famiglie". 

Gas stoccato dal GSE rivendibile dopo il 2022

Con lo stesso decreto, recita la Nadef, "si disporrà la copertura degli effetti finanziari degli acquisti di gas naturale effettuati nei mesi scorsi dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE), pari a 4 miliardi, rimuovendo la previsione di legge che il gas acquistato dal GSE venga rivenduto entro la fine del 2022". La misura "consentirà di rivendere in seguito il gas a prezzi meno penalizzanti per la finanza pubblica, anziché cristallizzare immediatamente le relative perdite", perché "la recente caduta del prezzo nazionale del gas potrebbe essere temporanea". I proventi saranno "percepiti e contabilizzati nel 2023". 

Gli obiettivi di deficit 

Il governo ha approvato la Relazione al Parlamento per richiedere l'autorizzazione allo scostamento di bilancio che consentirà il margine di 21 miliardi, fissando gli obiettivi del deficit al 4,5% nel 2023, 3,7% nel 2024 e 3% nel 2025. Nel Cdm di ieri è stato anche dato il via libera a una spending review ministeriale che consentirà di realizzare un risparmio di spesa pari a 800 milioni nel 2023, 1,2 miliardi nel 2024 e 1,5 miliardi nel 2025. 

Le previsioni economiche: tutti i numeri 

  • Pil - Nella Nadef, la previsione di crescita del Pil nello scenario tendenziale a legislazione vigente è stata rivista  al rialzo per il 2022, dal 3,3 per cento al 3,7 per cento, mentre quella per il 2023 è stata ridotta dallo 0,6 per cento allo 0,3 per cento. Le previsioni per i due anni successivi sono invece rimaste invariate, all'1,8 per cento e all'1,5 per cento. Le nuove stime del deficit tendenziale confermano quelle della Nadef di settembre relativamente al 2022 e al 2023, in cui l'indebitamento netto è previsto pari, rispettivamente, al 5,1 per cento e al 3,4 per cento del Pil. Vengono invece riviste lievemente al rialzo le previsioni di deficit per il 2024, dal 3,5 al 3,6 per cento del Pil, e per il 2025, dal 3,2 al 3,3 per cento. 
  • Pressione fiscale - Nel 2022 la pressione fiscale a legislazione vigente salirà al 43,8 per cento del Pil, un livello inferiore di 0,1 punti percentuali rispetto alla previsione di settembre. Dal 2023 al 2025 è atteso un calo medio di circa 0,4 punti di Pil all'anno, fino a raggiungere il 42,5 per cento del Pil a fine periodo.
  • Disoccupazione - La previsione del tasso di disoccupazione viene rivista lievemente al ribasso rispetto alla Nadef di settembre nel 2022 (8,1 per cento, -0,1 punti percentuali) e viene confermata all'8,0 per cento nel 2023, al 7,7 per cento nel 2024 e al 7,5 per cento nel 2025.
  • Debito PA - Nel 2023 e 2024, il debito lordo della Pa nello scenario programmatico e' stimato rispettivamente al 144,6 per cento e al 142,3 per cento del Pil, mentre nell'anno finale della proiezione, il 2025, è atteso collocarsi al 141,2 per cento, leggermente al di sotto dell'obiettivo del 141,4 per cento del Def. Nel 2022 il debito scende al 145,7 per cento da 150,3 per cento del 2021.