Venerdì 19 Aprile 2024

Mutui: ecco di quanto aumenteranno nel 2023

Il trend è cambiato a causa della fiammata dell'inflazione. L'ipotesi di un ulteriore incremento dello 0,5% sui tassi entro fine anno e poi dello 0,5-0,75% nella prima metà del 2023. Si salva chi ha un tasso fisso

Mutui

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Per anni ci eravamo abituati all’idea di mutui con tassi sempre calanti. Tanto che la differenza fra la rata di un prestito e l’affitto si era praticamente ridotta al minimo, tanto che alla fine era più conveniente acquistare direttamente un immobile che prenderne uno in locazione. Ma nell’ultimo anno, soprattutto a causa della fiammata dell’inflazione, il trend è notevolmente cambiato. La Bce ha già aumentati i tassi di riferimento dello 0,75%. Un incremento che si riflette, automaticamente, anche sui tassi Eurirs e Euribor ai quali sono agganciati, rispettivamente, i mutui a tasso fisso e quelli a tasso variabile. L’aumento del costo del denaro dovrebbe proseguire anche nei prossimi mesi fino a quando l’inflazione non tornerà verso quota 2%.

Di quanto aumenteranno i tassi

Ovviamente si tratta di previsioni, che dovranno essere confermate dai fatti. Ma, secondo gli analisti, si ipotizza un ulteriore incremento dello 0,5% sui tassi entro fine anno e poi dello 0,5-0,75% nella prima metà del 2023. In sostanza la previsione sui tassi dei mutui nel 2023 è che il tasso della Bce arrivi a un valore tra il 2 e il 2,5%, facendo salire sia i tassi fissi che quelli variabili rispettivamente del 3,5-4% e del 2,5-3%.

Che cosa succede per chi ha già un mutuo

Per chi ha sottoscritto un mutuo a tasso fisso non cambierà nulla, la rata resterà invariata. L'offerta sarà diversa, invece, per i nuovi mutuatari che optano per un mutuo con questo genere di tasso. Insomma, pagherà rate più alte. Per chi sottoscrive un mutuo a tasso fisso da 200.000 euro in 25 anni ad ottobre di quest'anno si trova a pagare, in media, una rata di 1.022 euro, vale a dire circa 100 euro in più al mese rispetto a chi ha sottoscritto lo stesso finanziamento a giugno 2022.

Di quanto aumenteranno i mutui a tasso variabile

Diverso il caso dei mutui a tasso variabile, agganciati all’andamento dei tassi di interesse. A risentirne maggiormente saranno coloro che hanno scelto di sottoscrivere un mutuo con tasso variabile. Prendendo in considerazione un mutuo variabile da 200.000 euro da restituire in 25 anni, sottoscritto a giugno 2022 con un tasso (Tan) di partenza pari a 0,90%, la rata da giugno a ottobre è già aumentata di 137 euro in seguito agli aumenti della Bce. Considerando che l'indice Euribor cresca ulteriormente e in modo analogo all'aumento dello 0,75% dei tassi, la rata del quarto trimestre dell'anno potrebbe aumentare di altri 214 euro rispetto a giugno.

Quanto aumenteranno i mutui a tasso fisso

I migliori mutui a tasso fisso sono aumentati di 25 punti base a fronte di un rialzo dell’indice di riferimento Irs di 40 punti base, mentre i migliori variabili sono cresciuti di 15 punti base contro i 30 dell’Euribor. Per un nuovo mutuo tasso fisso da 150.000 euro, in 30 anni, il Taeg potrebbe attestarsi del 3,52% con una rata mensile da 667 euro. Per 200mila euro in 25 anni il Taeg sale al 3,53% con una rata mensile da 490 euro. Se nella prima parte del 2023 i tassi di interesse aumenteranno dell’1%, ci sarà un ulteriore aumento della rata compreso fra i 30 e i 50 euro al mese nel caso di un prestito di 150mila euro da restituire in 30 anni.

Mutui agevolati per gli under 36

Il governo ha infine riconfermato le agevolazioni per l’acquisto della prima casa per i giovani under 36. Per accedere ai benefici, oltre all’età, occorre anche essere genitori single con figli minori oppure giovani coppie in cui uno dei due non abbia superato i 35 anni. Esclusi anche coloro che hanno un Isee superiore ai 40mila euro. La norma consente di avere tassi di interesse più bassi, di poter essere coperti con un fondo di garanzia pubblico e ottenere importi superiori all’80% del valore della casa che si intende acquistare. Inoltre, i giovani, sono esentati dal pagamento dell'imposta di registro prima casa (2% del valore catastale), dell’imposta ipotecaria (50 euro per l’acquisto da un privato e 200 euro per l’acquisto da un’impresa), di quella catastale (50 euro per l’acquisto da un privato e 200 euro per l’acquisto da un’impresa) e di quella sostitutiva sul mutuo (pari allo 0,25%). Inoltre potranno avere un credito di imposta di pari importo sull’Iva (4% sulla prima casa se comprata dal costruttore), con un sistema di compensazione sulle somme dovute a titolo di IRPEF in dichiarazione dei redditi. Infine, gli interessi passivi e gli altri oneri relativi al mutuo saranno detraibili fino al 19% dell'importo sostenuto e a un massimo di 4.000 euro annui.