Mutui meno cari e Jobs Act, gli under 30 tornano a comprare casa

E sui prestiti alle aziende nuove garanzie con l'accordo Abi-Confindustria: finanziamenti più lunghi e recupero veloce

Mutui, la passione continua

Mutui, la passione continua

Roma, 12 febbraio 2018 - Mutui ancora a buon mercato e giovani che ricominciano a comprare casa. Sono due facce della medaglia di una giornata di buone notizie sul fronte bancario. Bankitalia fa, infatti, sapere che a dicembre i tassi di interesse sui prestiti alle famiglie per l'acquisto di abitazioni, comprensivi delle spese accessorie, sono calati al 2,27% rispetto al 2,32% di novembre. Ma la notizia più rincuorante arriva da un'analisi di Facile.it e Mutui.it sull'evoluzione del settore. La sorpresa è che, negli ultimi quattro anni, la percentuale di aspiranti mutuatari con meno di trent'anni ha visto un aumento a doppia cifra, passando dal 3% del 2013 ad addirittura il 31% di fine 2017. L'analisi riguarda un campione di 50.000 domande di finanziamento per l'acquisto di un immobile (prima o seconda casa) presentate tramite i due portali tra l'1 gennaio 2013 e il 31 dicembre 2017, e rivela, per gli under 30, una cambiamento anche delle condizioni lavorative dichiarate: se nel 2013 solo il 75,55% aveva un contratto a tempo indeterminato, nel 2017 la percentuale è salita di oltre 9 punti arrivando all'84,66%. Merito anche dei contratti a tempo indeterminato a tutele crescenti del Jobs Act, basta guardare l'andamento delle richieste: nel 2014 quelle degli under 30 erano il 78,57%, diventate l'82,76% nel 2015, ed esplose nel 2016 arrivando al 91,45%. Lo scorso anno la percentuale è di nuovo calata raggiungendo l'87,29%.

Mentre prosegue la dinamica positiva dei prestiti a famiglie e imprese e continua il buon andamento del mercato dei mutui per l’acquisto di abitazioni, si consolida la situazione sul fronte delle sofferenze bancarie che, secondo l'Abi, a novembre si sono stabilizzate a 66,3 miliardi di euro (quelle nette). Una spinta ulteriore a pulire i bilanci dai crediti deteriorati, arriverà anche dall'accordo siglato tra Abi e Confidustria per nuove garanzie dei crediti. In particolare, le due associazioni promuovono presso i loro associati le misure varate nel 2016 come il Patto Marciano e il pegno mobiliare non possessorio.

Le norme introdotte prevedono la possibilità che il contratto di finanziamento tra banca e impresa possa essere garantito dal trasferimento in favore del creditore, in caso di inadempimento del debitore, della proprietà di un immobile (non abitazione principale) posto a garanzia dello stesso senza quindi passare dal giudice. Questo deve essere previsto da apposite clausole contrattuali siglate volontariamente dalle parti. La banca, in cambio di questa garanzia rafforzata, applica condizioni al prestito più favorevoli come la maggiore durata (fino a 30 anni), l'ammontare dei finanziamenti e costi più bassi. Lo strumento del pegno mobiliare non possessorio prevede che l'impresa debitrice possa continuare a usare per la produzione i beni mobili come i macchinari, gli strumenti (ma anche i brevetti) dati in pegno rispetto al prestito. Il pegno si costituisce tramite l'iscrizione a un registro informatizzato.

Questa intesa e il varo della riforma della legge fallimentare (sono attesi entro un mese i decreti attuativi) vanno nella direzione auspicata dalla numero uno della Vigilanza Bce, Danielle Nouy: snellire la giustizia civile per un recupero più veloce dei crediti deteriorati, assicurare finanziamenti più lunghi alle imprese e garanzie più solide alle banche.

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