Mentre ci si allena, ci si rilassa, ci si prepara per andare al lavoro o si guida, ogni momento della nostra giornata è immancabilmente accompagnato ad una musica di sottofondo. Questo legame tra quotidianità e musica, è diventato ancor più solido con la nascita e la diffusione dei digital store, ossia le piattaforme di musica in streaming, che mettono a disposizione dei propri utenti o degli abbonati un numero pressoché illimitato di canzoni da ascoltare. Tra luci e ombre, questo mercato è sempre più proficuo e redditizio, e sempre più aziende investono in esso.
Servizi gratuiti e a pagamento
La maggior parte delle piattaforme musicali offre un servizio gratuito, con limitazioni e pubblicità, e spinge all’abbonamento Premium, a pagamento, che consente l’accesso illimitato a librerie di decine di milioni di brani da poter ascoltare online o scaricare sul proprio dispositivo per ascolti offline, senza pubblicità.
Questa libreria non fisica ha un costo tutto sommato contenuto: con circa 10 euro al mese si può ascoltare tutta la musica che si desidera. Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia: i brani che si ascoltano in streaming non diventano di proprietà dell’utente: appena si interrompe il pagamento dell’abbonamento, la musica non è più disponibile. Meglio preferire, quindi, la logica dell’accesso limitato o del possesso delle canzoni?
I numeri: i servizi streaming in Italia e nel mondo
Sono sedici milioni i dollari, su scala globale, giunti dagli abbonamenti ai servizi streaming: un segmento strategico che continua a realizzare numeri imponenti ovunque, e infatti tra i Paesi ad ottenere una performance sopra la media globale vi è stata anche l’Italia.
Il nostro Paese, come riportato da FIMI, la Federazione Industria Musicale Italiana, ha visto un tasso di crescita del 27,8% che lo ha riportato nella top ten mondiale con oltre 332 milioni di euro di ricavi e una crescita degli abbonamenti alle piattaforme streaming come Spotify, Amazon ed Apple Music del 35,6%.
Un impatto significativo si è visto anche nell’area video streaming sostenuta dalla pubblicità con un +46,3%: YouTube resta la prima piattaforma in Italia per ascolto di musica in modalità free ad-supported. Tra free e premium, tutto il segmento audio e video streaming è cresciuto del 24,6% arrivando a 208 milioni di euro di ricavi.
Chi e come ascolta più musica online
In media, solo a livello di streaming audio, i consumatori italiani generano ogni settimana oltre un miliardo di stream. Il tempo speso nel nostro Paese per ascoltare musica è di oltre 20 ore settimanali, delle quali il 45% tramite abbonamento premium, una percentuale che sale al 57% tra i 16 e i 24 anni. I giovanissimi sono i grandi consumatori di musica digitale ma, come si è visto durante la pandemia, molto del pubblico adulto ha abbracciato le piattaforme streaming, che nel frattempo hanno iniziato a integrare nuove offerte legate a formati audio di nuova generazione, andando incontro alle necessità dei fan più sofisticati di musica.
Italiana o straniera?
Per quanto riguarda i gusti musicali, le classifiche continuano ad essere dominate da musica italiana, in particolare dal pop italiano che da solo realizza oltre il 50% degli ascolti nella popolazione e dal rap che raggiunge il 43% nella generazione Z.
Lo smartphone rimane e si conferma il device più diffuso per consumare musica. Dati interessanti emergono anche dal legame tra musica e gaming con il 44% dei giocatori che hanno dichiarato di aver seguito un evento musicale in live streaming su una piattaforma come Fortnite o Roblox.
Quali sono i migliori servizi per ascoltare musica digitale?
- Spotify è il capostipite dei servizi streaming musicali, anche se negli ultimi anni ha allargato il proprio raggio d’azione e si è slegato dal suo ruolo di “piattaforma musicale”, concentrando i suoi sforzi anche sul mondo dei podcast. Con più di 82 milioni di canzoni, è sicuramente il servizio di musica in streaming più diffuso e ha molte offerte diversificate: la riproduzione Free con annunci pubblicitari e riproduzione casuale da dispositivi mobili, Student: 4.99 € al mese, solo per studenti, massimo 1 account. L’opzione duo, a 12.99 € al mese, massimo 2 account e Premium a 9,90 € al mese con possibilità di ascoltare musica offline. Infine, Spotify Family, a cui possono collegarsi fino a 6 account, al costo di 15,99 € al mese.
- Se si vuole restare nell’universo Apple, meglio preferire Apple Music, la piattaforma che si piazza al secondo posto dopo Spotify per numero di utenti. Il servizio ha aggiunto le funzionalità Spatial Audio e Lossless, che permettono l’ascolto in qualità superiore senza supplementi di prezzo. A differenza del colosso svedese però, non prevede un piano free, sebbene gli utenti possano provare il servizio con il mese di prova gratuita. Tra le varie offerte, Voice, a 4,99 € al mese, con skip illimitati e playlist dedicate tramite Siri, ma esclusi Spatial Audio e Lossless. La versione per studenti, al costo di 5,99 € al mese con tutti i servizi del piano individuale, compresi Spatial Audio e Lossless. La versione individuale a 10,99€ al mese e la family (fino a 6 account) a 16,99€ al mese
- Il catalogo di Amazon Music Unlimited è leggermente più limitato rispetto ai competitor (intorno ai 75 milioni di brani), ma raramente si avrà difficoltà a trovare la musica degli artisti più rinomati. La qualità di riproduzione è sensibilmente migliorata negli ultimi anni. Il servizio, inoltre, non prevede un piano gratuito, ma offre il canonico mese di prova. Proporne tre tipi di offerte: Prime Music, per gli abbonati ad Amazon Prime. In questo caso gli utenti hanno accesso all’intero catalogo, ma la riproduzione è limitata alla modalità casuale da mobile. La versione standars, Amazon Music Unlimited, a 10,99€ al mese. E infine sempre l’opzione Family a 14,90€ al mese.
- La piattaforma di musica in streaming di proprietà di Jay-Z, Tidal, è sicuramente tra i migliori servizi attualmente in circolazione. La piattaforma offre un ascolto di qualità superiore alla media e il suo catalogo è composto da oltre 90 milioni di brani. Tidal si pone inoltre al primo posto tra i colossi dello streaming per royalties versate agli artisti, il che la rende amata anche dagli addetti ai lavori. Tutto ha un prezzo però, e l’abbonamento Premium di Tidal è tra i più costosi in circolazione (19,99 euro). Inoltre, il servizio non prevede un piano free per l’Italia, sebbene offra un periodo di prova gratuita di 30 giorni.
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