
Luigi Lovaglio, 69 anni, è amministratore delegato di Montepaschi dal 2022
Via libera dell’Ivass all’ingresso indiretto di Mps in Generali, attraverso la partecipazione qualificata detenuta da Mediobanca. Un passaggio formale ma decisivo nel percorso di approvazione dell’Ops che l’istituto senese ha lanciato a gennaio su Piazzetta Cuccia. L’autorizzazione dell’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni rappresenta un tassello cruciale nella scalata di Montepaschi, che mira a diventare un attore centrale nel sistema finanziario nazionale. Grazie al controllo di Mediobanca, la banca senese otterrebbe infatti una posizione rilevante in Generali, primo gruppo assicurativo del Paese e pedina strategica per gli equilibri del capitalismo italiano.
Tornando all’Ops, lo stacco dei dividendi delle due banche coinvolte ha avuto un effetto tecnico sul concambio, portandolo da 2,3 a 2,533 azioni di Mps per ogni azione di Mediobanca. Lo sconto, al termine della seduta di ieri in Borsa, è del 7,3%, pari a un divario di oltre 1,2 miliardi. Piazzetta Cuccia è protagonista anche su un altro tavolo del risiko bancario italiano: ieri è arrivato il deposito in Consob del documento per l’Ops su Banca Generali, mentre gli azionisti storici, riuniti nell’accordo parasociale, si sono dati appuntamento il 4 giugno per valutare l’operazione.
Sul fronte internazionale del risiko, segnali di distensione arrivano da Francoforte, dove la ceo di Commerzbank Bettina Orlopp – a margine di una conferenza sul Quadro finanziario pluriennale dell’Ue 2028-34 – ha confermato di avere incontrato l’ad di Unicredit, Andrea Orcel. Non si sarebbe parlato del tentativo di scalata italiano né di progetti di fusione, ma la top manager ha definito "molto costruttivi" i colloqui, dato che Unicredit è "un importante azionista" della banca tedesca.
"Sì – ha detto – l’ho incontrato perché è un investitore. E’ un grande azionista, quindi abbiamo incontri con gli investitori. Sicuramente parlerò ancora con lui". Da settembre, Orcel e la Orlopp si sono visti almeno tre volte. Mai per discutere di una eventuale integrazione. Per farlo la ceo di Commerzbank ha più volte ribadito che ci vuole una vera proposta, che però finora non è arrivata. E comunque il percorso dell’istituto di Francoforte resta "standalone". Unicredit ha il 9,5% della banca in azioni, un altro 18,5% è in derivati che possono essere convertiti dopo il via libera a salire al 29,9% da parte della Bce e dell’Antitrust tedesco.