Mps in affanno dopo l'affondo della Lega

I bancari trascinano in rosso Piazza Affari. Spread torna a salire

La sede di Banca Monte dei Paschi di Siena (Imagoeconomica)

La sede di Banca Monte dei Paschi di Siena (Imagoeconomica)

Milano, 18 maggio 2018 - Mps ancora in affanno dopo il crollo in Borsa di ieri. Dopo una serie di stop and go, il titolo ha lasciato sul campo il 3,52% a 2,82 euro, tra scambi per 7,16 milioni di pezzi, poco più della metà rispetto alla vigilia e oltre il doppio della media giornaliera mensile. In due sedute la perdita sfiora il 12% e la capitalizzazione 'bruciatà è di 433,7 milioni, di cui 296 in carico al Tesoro- Soffrono anche gli altri titoli bancari che trascinano in perdita Piazza Affari: dopo aver aperto in crescita l'indice Ftse Mib termina a -1,47%.

SPREAD - Condiziona i bancari anche lo spread Btp-Bund che dopo l'altalena di ieri oggi sfonda quota 160 punti base, con il rendimento decennale italiano ancora alto. Valori ai massimi da dieci mesi a questa parte. 

A pesare su Mps, che ieri ha chiuso a -8,8%, le indicazioni presenti nel contratto di governo Lega-5 Stelle in cui si legge che l'istituto senese dovrà cambiare mission, rimandendo a controllo pubblico. Ieri il responsabile economico del Carroccio, Claudio Borghi, ha spiegato che la banca dovrà essere "ripensata in un'ottica di servizio" ("In buona sostanza: abbandonare l'idea di farci i profitti vendendola a chissacchì e mantenerla come patrimonio del Paese"), dichiarazioni che hanno sollevato la replica dura dell'attuale ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. Le frasi di Borghi e la bozza del programma di governo "hanno immediatamente creato una crisi di fiducia", tuona Padoan. Si tratta di "un fatto molto grave che mette a repentaglio l'investimento effettuato con risorse pubbliche - ha proseguito il titolare del Mef -. Ho il dovere di ricordare a tutti gli attori politici che la fiducia si costruisce poco per volta, progressivamente, ma basta poco per distruggerla, tirandosi dietro i risparmi degli italiani che a parole si vorrebbero tutelare". 

SALVINI - Oggi è Salvini in prima persona a tornare sull'argomento. "La banca più storica d`Italia non è stata massacrata dal contratto del governo ma da qualche farabutto che ha un nome e un cognome - tuona il leader del Carroccio, al termine dell'incontro con l'imprenditore di Monza Sergio Bramini, finito in fallimento nonostante vanti crediti superiori a 4 milioni di euro nei confronti della Pubblica Amministrazione-. È sopravvissuta alla peste bubbonica ma non ai delinquenti".

Quindi l'intervento di Di Maio: "Di Mps, come di tutte le altre crisi bancarie, ci occuperemo senza shock e senza nessun tipo di preoccupazione", dice il leader grillino. 

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