Mps accelera: miglior risultato da cinque anni

L’ad Bastianini fuga le ombre sulla sorte della banca: 202 milioni di utile netto nel semestre. "Al Monte servono soluzioni strutturali"

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di Pino Di Blasio

"È il risultato operativo migliore del primo semestre degli ultimi cinque anni". Guido Bastianini, ad di Banca Mps, assieme al responsabile dell’area Finanza, Giuseppe Sica, illustrano nella conference call una lunga serie di slide per cercare di replicare, con i numeri ma senza pronunciare parole avventate, all’epitaffio pronunciato dal ministro dell’Economia Daniele Franco sul piano stand alone. Le munizioni per alimentare le critiche degli alfieri del Monte autonomo, dai 5Stelle alla Lega, dal presidente della Toscana Giani a Fratelli d’Italia, sono i 202 milioni di euro di utile netto nei primi sei mesi, il risultato operativo netto a 327 milioni, l’utile lordo a 491 milioni. E poi ancora i ricavi a 1.564 milioni, i costi scesi a 1 miliardo e 73 milioni, e soprattutto lo shortfall di capitale, stimato a giugno 2022, inferiore a 500 milioni, rispetto al miliardo e mezzo preventivato a novembre. "Se mai ci sarà uno shortfall sarà nei limiti della riserva di conservazione del capitale, come successo a 10 banche in Europa nell’ultimo anno" spiega Sica, aggiungendo che "non abbiamo previsto altre azioni di capital management a parte una possibile cartolarizzazione".

Se al profluvio di numeri positivi, si aggiungono l’accordo con la Fondazione approvato dal cda della Banca, che dopo il versamento di 150 milioni di euro cash ("già contabilizzati" assicura Bastianini), ha ridotto il petitum delle cause legali, da 10 a meno di 6 miliardi, e il balzo registrato in Borsa ieri del 4,85% del titolo Mps, si capisce che il management della Rocca fa leva sui bilanci per non mollare la presa. "Mps e Unicredit hanno firmato un accordo di riservatezza e non siamo nella posizione di rispondere a nessuna domanda sulla potenziale operazione con Unicredit, che è entrato nella data room dal 3 agosto – è la premessa di Bastianini –. La banca non sta rivedendo il suo capital plan, la priorità con il Ministero dell’Economia è trovare una soluzione strutturale. L’avvicinamento con Unicredit è il più utile in questa prospettiva. Vedremo cosa succederà alla fine della due diligence, ma siamo comunque ottimisti sulla performance della banca". "Siete in grado di trarre le conclusioni sulla base dei dati che abbiamo fornito – ha chiosato il direttore finanziario Sica –. La banca è totalmente concentrata sulla soluzione strutturale e su UniCredit e non sta lavorando a un ipotetico aumento di capitale".

Fanno sentire la loro voce anche i sindacati del gruppo. Commentano le garanzie del ministro Franco in Commissione Finanze: "Ha riferito sull’operazione in atto sostenendo, tra le altre cose, che l’eventuale operazione non si farà ad ogni costo, che non sarà in alcun modo una svendita di Mps, che le priorità per il Governo sono la tutela dell’occupazione, del marchio e dei territori e non ci sarà nessuno spezzatino. Vedremo se alle parole seguiranno i fatti. Parole che, tuttavia, non fugano i dubbi e le incertezze di migliaia di dipendenti del gruppo, vista la due diligence in corso".