La Malfa
Sulla moneta unica ci sono da sempre in Europa tre posizioni diverse e lontane. Per i sovranisti, cresciuti di numero un po’ dovunque e ormai al governo in molti paesi, l’euro priva i popoli di un potere essenziale: costi quello che costi, bisogna tornare indietro, come per la Brexit. Per i conservatori, che dominano soprattutto nell’Europa del Nord, va bene così: basta la politica monetaria specialmente se la Bce la gestisce inflessibilmente senza curarsi dell’economia e dei livelli dell’occupazione. Per gli europeisti, invece, la moneta unica è un passo importante nel cammino verso un’Europa unita, ma da sola non basta: serve un ministero del Tesoro che accompagni e riequilibri la politica monetaria. Contro questa posizione si schierano sovranisti e conservatori uniti contro ogni idea di maggiori poteri alle istituzioni europee.
Ieri ha preso posizione su questi temi Fabio Panetta, che diverrà fra qualche settimana Governatore della Banca d’Italia. Ribadendo concetti già esposti di recente, ha testualmente detto che va creata nell’area dell’euro "una capacità fiscale centrale permanente". Ha aggiunto che questa autorità fiscale europea deve emettere dei titoli "sovrani" europei. Un appello analogo era venuto nelle scorse settimane da Mario Draghi, che parlando delle grandi questioni politiche che investono l’Europa aveva auspicato un passo in avanti nella costruzione europea. Dunque il fronte dei riformatori si allarga e si rafforza. Anche se ovviamente l’unità politica rimane un traguardo per l’Europa. Dove si colloca in questa dialettica il governo italiano prevalentemente composto, almeno fino a ieri, di partiti sovranisti? È una questione su cui è indispensabile fare chiarezza.
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