Bruno
Villois
Fitch, agenzia internazionale per la valutazione delle solidità e stabilità della finanza pubblica, ha confermato il giudizio sull’Italia ed ha alzato le stime di crescita del Pil, grazie alla diminuzione del prezzo del gas, al forte impulso del turismo, e in un contesto globale complessivo di crescita. Il sistema Paese, politico e non, dovrebbe rallegrarsi della valutazione e provare, tutti insieme, a risolvere mali atavici che condizionano la nostra reputazione internazionale e la capacità di stare al passo con la modernizzazione. Mi riferisco alla burocrazia, alle differenze macroscopiche tra settentrione e meridione, alla politica fiscale che assoggetta il reddito ad una pressione insostenibile, senza riuscire a far si che questi introiti si trasformino in miglioramento ed efficientemente dei servizi pubblici, ma anche ad una evasione che sfiora la soglia del 8% del Pil.
Il Governo, targato centro destra, sta intraprendendo percorsi per migliorare il fisco e renderlo sostenibile: importante però che, nell’adottare una riforma che potrebbe vedere la luce solo nel 2025, vi sia al centro la lotta all’evasione attraverso azioni decisamente forte.
Per quanto riguarda l’annoso e crescente divario tra nord e sud la situazione sembra in stallo: a dare una spinta decisiva dovrebbero essere i fondi del PNRR (che a questo obiettivo destinano quasi un terzo dei 200 e passa miliardi di euro previsti). E anche le associazioni datoriali e i sindacati dei lavoratori dipendenti dovrebbero dare un forte contributo. Riuscire nell’intento porterebbe ad un accelerazione delle crescita del Pil in grado di favorire il calo del debito pubblico e il rafforzamento del numero di occupati.