Sfilate di avatar, cataloghi online e community brand: il futuro della moda è sul web

Gli stilisti emergenti, spesso giovanissimi, scelgono il metaverso per farsi conoscere. Una strada percorsa anche da alcuni colossi del fashion

Promozione di prodotti fashion sul web (Insatgram)

Promozione di prodotti fashion sul web (Insatgram)

Il futuro della moda passa per il web? Sembra proprio di sì, se guardiamo soprattutto alle tante esperienze di stilisti emergenti che, per farsi conoscere, prediligono canali differenti da quelli tradizionali: quasi archiviata la classica ‘settimana della moda’ – ormai appannaggio delle grandi griffe - ecco la condivisione del proprio catalogo su Instagram, l’apertura di negozi virtuali e la creazione di marchi 100% social, diffusi e amati soprattutto da giovani e giovanissimi.  Un fermento notevole, in attesa che ulteriori innovazioni – tra cui, principalmente, il metaverso – dischiudano appieno il loro potenziale: incursioni in questa dimensione, del resto, sono già state compiute da colossi del fashion come Balenciaga, Louis Vuitton, Gucci, Burberry e Paco Rabanne, solo per citarne alcuni.

Modelli avatar

A proposito di metaverso, tra gli esperimenti che hanno suscitato più entusiasmo c’è quello del brand Marni (parte del gruppo italiano Otb, guidato dal patron di Diesel, Renzo Rosso). La casa di moda è entrata infatti nel metaverso con una performance digitale denominata WearWeAre (letteralmente, ‘indossiamo e siamo’). Durante la sfilata per la presentazione della collezione primavera/estate 2022, tenutasi lo scorso febbraio a Milano, il direttore creativo Francesco Risso ha coinvolto gli ospiti distribuendo a ognuno pezzetti di stoffa riciclata dipinta a mano, mentre i modelli sfilavano con indosso i capi della nuova collezione. Si trattava, in realtà, di un’anticipazione dell’azione seguente, ovvero la presentazione di una versione digitalizzata della collezione. Tutti i presenti sono entrati infatti a far parte del nuovo mondo virtuale Marni, intitolato appunto WearWeAre e lanciato poi ufficialmente lo scorso 14 aprile. In WearWeAre è possibile visualizzare pezzi selezionati della collezione primavera/estate 2022, indossati da avatar digitali dei modelli e modelle che hanno partecipato alla sfilata in presenza, prima scansionati in 3D e poi trasposti digitalmente. È possibile anche visualizzare un catalogo in 3D e manifestare l’interesse per i pezzi in una lista, che viene salvata sul sito e-commerce del marchio.

Seguito social

Tornando agli esempi di stilisti e marchi italiani che si sono fatti largo grazie ai social network, da segnalare sono sicuramente Rat&boa - un milione e 200mila follower su Instagram e decine di menzioni tra le celebrità di casa nostra per il loro ‘Valentina dress’, ideato da una delle fondatrici, Valentina Muntoni – CaParis (oltre 15mila follower), che realizza le tipiche calzature ‘friulane’ con stampe ispirate a Parigi e a Capri; Sorelle Gianfrate (oltre 22mila follower), direttamente dal cuore della Valle d’Itria, l’iniziativa di tre sorelle che creano borse e cestini di vimini e paglia; Linea Daria (74mila follower), collezioni di t-shirt e accessori fatti a mano, personalizzabili con scritte divertenti e ironiche.

Community brand

C’è poi A-more, sbocciato su Tik Tok (dove vanta circa 400mila follower) grazie a un’idea della ventenne Camilla Clemente: volata negli Usa per un corso in Fashion design e rientrata precipitosamente in Italia per lo scoppio della pandemia, la giovane imprenditrice ha avviato il progetto durante le lunghe giornate trascorse in lockdown. Tutto, dai colori fino al prezzo dei capi e accessori, è concepito in collaborazione con l’affezionata community, costituita prevalentemente da giovanissimi e adolescenti: per questa ragione, A-more si classifica come il primo ‘community brand’ italiano.

I giovani e Tik Tok

Altre esperienze interessanti, anch’esse nate durante l’emergenza Covid, sono quella di Amabile jewels, collezione di gioielli in oro e argento realizzata da Martina Strazzer, 20 anni (1,2 milioni di follower su Tik Tok) e Bubblenerd, linea di felpe e t-shirt lanciata da Matteo Lepore, 23 anni: un progetto all’insegna della gentilezza e, soprattutto, della sostenibilità ambientale. I social lo hanno premiato: solo su Tik Tok vanta circa 50mila follower.

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