EVA DESIDERIO
Economia

Moda, le esportazioni salvano il comparto a Milano: report della Fashion Week

La Milano Fashion Week per l'estate 2024 si apre con sfilate, presentazioni, mostre ed eventi. La previsione per il 2023 è di un fatturato di 103,289 miliardi di euro, ma il rallentamento delle vendite e dei fatturati preoccupa il settore. Prudenza e costi controllati sono la parola d'ordine per questa settimana di pret-à-porter.



Moda, le esportazioni salvano il comparto a Milano: report della Fashion Week
Moda, le esportazioni salvano il comparto a Milano: report della Fashion Week

Roma, 19 settembre 2023 – Dopo un prodigioso 2022 (dove si sono sfiorati i 100 miliardi di fatturato) la crescita dell’industria della moda italiana nel secondo trimestre di quest’anno è rallentata, con un raffreddamento della crescita dei prezzi. Il semestre resta positivo, cala però la produzione nazionale. Con queste premesse si apre la Milano Fashion Week per l’estate 2024 con sfilate (67), presentazioni (72), mostre ed eventi fino a domenica 24 settembre, un appuntamento internazionale che ancora una volta decreta come Milano sia una delle capitali mondiali della moda.

Tutto sotto la guida della Camera Nazionale della Moda, presieduta da Carlo Capasa, col supporto del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, di Ice-Agenzia, e del Comune di Milano. La previsioni per questo 2023 raccontano di un fatturato che dovrebbe attestarsi sui 103.289 miliardi di euro, con un confortante +4,5%, di cui 91.508 miliardi di export (+6%) e 51.315 di import (+4,6%). Nel periodo gennaio-maggio 2023 l’export ha registrato la buona crescita del 6% nei settori core (tessile, abbigliamento, pelle, pelletteria e calzature) con un incremento a due cifre verso l’Asia e i Brics, in Europa i flussi verso la Francia sono aumentati del 19%. L’export dei settori collegati come gioielli, occhiali e beauty è cresciuto invece del 15%. Nel complesso del primo semestre di quest’anno la perfomance resta però positiva, attestandosi su un +7%.

Ma le previsioni dicono che il rallentamento delle vendite e dei fatturati proseguirà nella parte finale di quest’anno e questo fatto getta un’ombra di preoccupazione sui defilè e su tutto il comparto che occupa oltre 500.000 addetti con quasi 62.000 imprese. Sui consumatori pesano la situazione economica dell’Europa tutta, oltre che dell’Italia, le spese di energia, il costo della vita aumentato, l’incertezza legate alle guerre, i nuovi desideri sostenibili della Generazione Z, l’incertezza del futuro, le politiche monetarie restrittive. Ne risente naturalmente anche la moda italiana che pure produce per sé e per tutte le più grandi griffe del lusso del mondo, senza flessioni, anzi con aumento di investimenti da parte di colossi come Gruppo Lvmh e Gruppo Kering, con la Toscana che resta la regione d’oro.

Sfilate a passo lento dunque, nonostante il coraggio degli imprenditori del settore che continuano a investire e a esaltare il Made in Italy che tanto piace a livello mondiale. Prudenza e costi controllati sono la parola d’ordine di questa settimana di pret-à-porter che vedrà il debutto del nuovo stilista di Gucci, Sabato De Sarno, il 22 settembre, e quello del brand americano Tom Ford recentemente acquisito da Estée Lauder.