GIUSEPPE DI MATTEO
QN Mobilità

Logistica cruciale per il futuro del Paese

Logistica  cruciale  per il futuro  del Paese
Logistica cruciale per il futuro del Paese

di Giuseppe Di Matteo

L’Italia deve ripartire dai porti, i ‘caselli’ delle cosiddette autostrade del mare, e dal concetto di intermodalità, che ormai in settori come quello della logistica è la realtà nel segno di un’attenzione palese verso la sostenibilità. Se n’è parlato al convegno organizzato da Alis (Associazione Logistica dell’Intermodalità Sostenibile) alla Masseria Li Reni di Manduria. Ospite d’onore Bruno Vespa, nel ruolo di padrone di casa. Tantissimi gli intervenuti alla convention, dal titolo ‘L’Italia protagonista dello sviluppo euro-mediterraneo’.

Hanno partecipato, tra gli altri, il presidente di Alis Guido Grimaldi, l’ad del Gruppo Grimaldi e presidente International Chamber of Shipping Emanuele Grimaldi, il viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Edoardo Rixi e il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto.

"La logistica è un settore che vale il 16 per cento del Pil – ha affermato Guido Grimaldi – ed equivale a 1.500 miliardi". E i porti sono un elemento chiave. Anche in Puglia. "Questa regione ha fatto un lavoro straordinario – ha spiegato Grimaldi –; i due porti di Bari e Brindisi crescono ogni anno a doppia cifra, mentre nella parte nord del Paese risultano congestionati". Ma che il futuro passi dai porti italiani è una convinzione anche del viceministro Rixi: "Nei prossimi anni si pensa ad una maggiore centralità del Mediterraneo – ha sottolineato – e l’Italia si deve attrezzare per fare in modo che i nostri scali possano diventare degli hub per la catena logistica continentale".

Con una predilezione per il continente africano, "il più interessante" secondo Rixi, ma solo "se saremo in grado di ristabilizzarlo dal punto di vista politico e produrre investimenti adeguati". Che le autostrade del mare siano ormai indispensabili è pure il credo del Gruppo Grimaldi, che conta 130 navi (80 delle quali sono destinate alle merci e il resto al trasporto misto di merci e passeggeri), 17mila dipendenti, tra personale di terra ed equipaggi, oltre 20 terminal portuali gestiti o di proprietà nel Mediterraneo, in Nord Europa e in Africa Occidentale e 130 rotte nel network ‘Autostrade del mare. Ed entro il 2027 sono previste 27 nuove navi. Ma non è tutto rose e fiori. All’incontro in casa Vespa si è infatti parlato anche della tutela della concorrenza dai monopoli.

"Io sono contro il monopolio sempre e comunque – ha aggiunto Rixi –. Il problema è che bisogna avere degli strumenti per evitare i regimi di monopolio. Il nostro Paese spesso è forte coi piccoli e debole coi forti. Credo che ci sia necessità di un’agenzia a livello nazionale, di una struttura, come se l’è data la Spagna, che riesca a gestire nel suo complesso anche quelle che sono le concessioni portuali. Spesso – ha proseguito Rixi – la singola Autorità portuale fa una politica giustamente territoriale ma non parlandosi col vicino e creando situazioni nell’alto Tirreno o nell’alto Adriatico dove si rischia di avere concentrazioni assolutamente esplosive". Qual è la soluzione?

"Avere come Governo il potere di poter decidere – ha detto Rixi –. Le autorità indipendenti non lo consentono molto. Il ministero nelle sue funzioni agisce, ma devono agire le Authority, esempio l’antitrust, perché’ quelli sono i pareri su cui si basano le varie azioni rispetto ad un passato in cui il potere esecutivo aveva direttamente l’accesso sul mercato. Negli ultimi decenni, abbiamo affidato ruoli che prima erano dell’esecutivo ad autorità indipendenti e queste spesso non la pensano esattamente come l’esecutivo, altrimenti non sarebbero indipendenti". "Ma per un Paese che pensa che il suo futuro sia sui porti – ha concluso il vice ministro – e quindi anche sulla distribuzione delle concessioni portuali, questo rischia di essere un cappio al collo".