Lunedì 23 Giugno 2025

L’estro di Manzoni e quelle matite del Centro Stile

di Leo Turrini Enzo Ferrari amava definirsi ’un agitatore di uomini’. Dietro l’etichetta, si celava un convincimento profondo: non può esistere...

di Leo Turrini

Enzo Ferrari amava definirsi ’un agitatore di uomini’. Dietro l’etichetta, si celava un convincimento profondo: non può esistere tecnologia senza elemento umano. Concetto da non consegnare all’oblio, soprattutto in tempi in cui avanzano deliranti sacerdoti della intelligenza artificiale!

Ecco perché, celebrando le suggestioni della 296 Speciale uscita dalle officine di Maranello, beh, conviene parlare di… matite.

Le matite del Centro Stile del Cavallino, diretto con passionale creatività da Flavio Manzoni.

Manzoni, chi era costui? Sardo di origini, cosmopolita per cultura, in breve cittadino del mondo, laurea in architettura a Firenze, esperienze in Lancia, in Seat e in Audi, ricopre la funzione di Chief Design Officer in Ferrari dal gennaio 2010. Fu chiamato in Emilia dal presidente Montezemolo. Alla sua non scontata genialità si deve la realizzazione di tanti modelli, tra cui la LaFerrari.

Più volte volte è stato premiato con il Compasso d’Oro, massimo riconoscimento per il design Made in Italy: per la F12berlinetta , per la FXX K, per la Monza SP1. Inoltre ha ricevuto menzione d’onore per la Ferrari J50 e nel 2024 per la Ferrari Purosangue, il gioiello Suv che ha conferito nuova popolarità al marchio delle Rosse.

Dicevo delle matite: ovviamente Manzoni sa tutto di computer, calcoli sofisticati e bla bla bla. Eppure, sempre le forme delle sue creature nascono su un foglio di carta: perché essere agitatori di uomini (e vale anche per il soggetto in questione!) significa rifiutarsi di cedere il dominio assoluto alla fredda tecnica.

Così, l’estro di Manzoni si è sommato alle ambizioni

degli ingegneri diretti da Gianmaria Fulgenzi. Dall’incrocio virtuoso è scaturita la 296 Speciale. Più ’cattiva’ della 296 originale, da amare persino con un pizzico di ingenuità. L’ingenuità dell’arte di Flavio Manzoni, sissignore.