45 anni fa, nel 1979, per la prima volta un motore turbo trionfava in un Gran Premio di Formula Uno. Era un motore Renault. Due anni prima, era il 1977, ero un ragazzo molto ingenuo quando la casa francese annunciò che avrebbe portato in F1 una monoposto spinta da un propulsore sovralimentato. Il turbo! Chi è nato dopo ha il diritto di non credermi e di non crederci, ma quella fu una rivoluzione. E nelle cronache dell’automobilismo di rivoluzioni non ce ne sono poi state tantissime. All’inizio, su quella presa del Palazzo d’Inverno della tecnologia pochissimi erano disposti a scommettere.
E tale era la perplessità diffusa che persino quando Jabouille vinse il primo Gp con la Renault turbo, a Digione nel 1979, si parlò solo del secondo classificato, il ferrarista Gilles Villeneuve, per il duello frenetico (eufemismo) con l’altra Giallona sovralimentata, quella di Arnoux. Eppure, sebbene la Renault dell’epoca il Mondiale non lo abbia conquistato, nonostante gli sforzi di un giovane Prost, in compenso conquistò il mondo. E il primo successo di Senna, Portogallo 1985, era targato Lotus Renault.
Dopo, i titoli sono arrivati, con l’aspirato dieci cilindri e non solo. A parte il biennio di Alonso, la Regie ha dominato come fornitore. Con Mansell, con Prost, con Schumi (sulla Benetton del 1995), con i figli d’arte Hill e Villeneuve e ancora nel nuovo millennio con la Red Bull di Vettel. A rileggere l’elenco di chi ha vinto qualcosa con Renault, almeno con il motore Renault, si comprende il senso di una perdita che è comunque una ferita. Ma la memoria non svanirà.