
L’overtourism rischia di avere effetti negativi anche sulla mobilità. Se n’è discusso a Bologna nel corso di un convegno promosso...
L’overtourism rischia di avere effetti negativi anche sulla mobilità. Se n’è discusso a Bologna nel corso di un convegno promosso da Economia Pulita, ragionando sull’aumento e la durata dei soggiorni che anche nel 2025 fanno presagire nuovi record per il nostro Paese. Quasi il 50% di chi arriva in Italia lo fa su strada, il 47% in aereo, mentre rimangono marginali le quote di chi arriva via mare (1,7%) e in treno (1,9%).
Anche la mobilità turistica interna vede tuttora privilegiare l’opzione stradale: l’automobile resta infatti il mezzo di trasporto più utilizzato, coprendo in assoluto, secondo gli ultimi dati Istat, quasi il 59 % dei viaggi. Si tratta tuttavia di una percentuale in costante diminuzione con la conseguente crescita nell’ultimo triennio dei mezzi di trasporto collettivi (aereo, treno, nave e pullman). Proprio sull’offerta di questi ultimi, anche attraverso un’efficace pianificazione e integrazione tariffaria, si può giocare e vincere la partita di una mobilità al passo della domanda.
"A fronte di un costante aumento dei flussi turistici – ha dichiarato Pierluigi Coppola, Professore di pianificazione dei Trasporti al Politecnico di Milano ed esperto della Struttura Tecnica di Missione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – emerge la necessità di creare collegamenti tra le porte di accesso del Paese, come porti, aeroporti e stazioni, non solo verso le principali mete turistiche, ma anche verso quelle destinazioni minori". Al convegno ha partecipato anche Barbara Casagrande, Segretario Generale del Ministero del Turismo.
"Nella prospettiva di un turismo sostenibile – ha ricordato Alessio Claroni, Professore di diritto dei Trasporti e del Turismo dell’Università di Trento - la mobilità può rappresentare uno strumento fondamentale per ripensare i flussi e migliorare la qualità della vita delle comunità ospitanti".