
Raffaele Fusilli, ad di Renault Italia conferma: «Saremo pronti per il 2026 con una vettura elettrica a meno di 20mila euro. Sto parlando della nuova Twingo»
R 5 e poi R 4. Le auto da vivere della tradizione Renault rinascono come modelli elettrici per conquistare il mercato, per rendere più popolari le auto a emissioni zero, fino ad oggi patrimonio di pochi. Belle, evocatrici di forme e di ricordi che si sono cristallizzati nel tempo, fino a diventare icone dell’immaginario popolare, R5 ed R4 sono anche la scommessa di Luca De Meo, grande capo di Renault. Non una giocata d’azzardo ma un’intuizione felice nel segno della Renaulution e di quel "retrofuturismo" che ripesca il meglio del passato per renderlo attuale. Ma le elettriche compatte e ’popolari’ firmate Renault hanno davvero un futuro? Lo chiediamo a Raffaele Fusilli, ad di Renault Italia. "Saremo pronti per il 2026 con una vettura elettrica a meno di 20 mila euro. Parlo della Twingo sviluppata in Cina da 150 ingegneri in soli 18 mesi. C’è la necessità di un’auto piccola perché queste vetture diventino davvero popolari".
Il problema è che le incertezze della politica europea non aiutano il decollo dell’elettrico...
"Se non c’è una regolamentezione chiara che distingua i vincoli per le piccole, le medie e le grandi, la situazione diventa molto più complessa. Siamo condizionati e vincolati dalla normative. Bisognerebbe applicarne una differenziata in funzione della tipologia di vettura".
Ma fino ad oggi produrre auto elettriche è stato troppo dispendioso, Renault è in grado di invertire la tendenza?
"La nostra strategia punta proprio sulle auto di segmento A e B che stanno lentamente invecchiando nel cuore dell’Europa. Ma per proporre un ricambio con vetture elettriche serve chiarezza normativa. E questa ancora non c’è".
Renault 5 e Renault 4 puntano molto sul look retro’ per piacere al pubblico...
"Il design è la prima ragione d’acquisto di una vettura, l’auto deve piacere e poi, immeidatamente dopo, si pone il problema del prezzo. Ma non siamo solo design, siamo anche leggenda. I nostri modelli sono entrati nell’immaginario collettivo, è una risorsa di cui solo i marchi storici dispongono. E noi abbiamo 150 anni di produzione alle spalle".
In conclusione che cosa si aspetta dai politici europei?
"Che nei prossimi tre anni si possa andare a una regolamenteazione che consideri la media e non le emissioni puntuali di CO2. Sarebbe una grande vantaggio per i costruttori in questa delicata fase di transizione".
Giuseppe Tassi