
Amore. Una sola parola per raccontare il fascino ineguagliabile delle 1000 Miglia. La Freccia Rossa è davvero la corsa più...
Amore. Una sola parola per raccontare il fascino ineguagliabile delle 1000 Miglia. La Freccia Rossa è davvero la corsa più bella del mondo. Semplicemente perché non è una gara ma un rito di popolo, un’esperienza d’amore. Nel 2027 la 1000 Miglia compirà 100 anni e lungo i 1900 chilometri consumati e sudati da Brescia a Brescia, abbracciando mezza Italia con due grandi percorsi a forma di otto intersecati, si coglie a pieno il senso di questa festosa anabasi del motore.
Nel mare delle 420 auto iscritte l’immagine che mi resta negli occhi è quella di due coniugi maturi con caschi di pelle e vestiti d’epoca che guidano, lungo i tornanti che risalgono l’Appennino, una Bugatti blu che ha un secolo di vita. Lui governa lo sterzo ondeggiando il busto per seguire la linea delle curve e lei gli si appoggia mollemente: formano quasi un solo corpo nello spazio esiguo di quell’abitacolo figlio di un’altra era. La Bugatti elegante e slanciata, con ruote sottili come zampe di fenicottero, supera ogni ostacolo, risale i dislivelli spinta da un motore immortale e dalla forza dell’amore.
Lo stesso sentimento che porta lungo le strade il popolo delle 1000 Miglia. Gli applausi, i saluti e i baci spediti al passaggio delle auto sono la traccia visibile di un sentimento profondo e vero. Ma anche rispettoso, educato, senza la prorompente invadenza degli appassionati di ciclismo che spruzzano d’acqua ai loro campioni e li inseguono nel budello delle salite. Alla Freccia Rossa la festa è composta, condivisa, un rito di famiglia che si rinnova al passaggio di quelle vecchie auto che trasudano nostalgia e sfidano le leggi della meccanica e del tempo.
Per questo la 1000 Miglia è anche un atto di fede e di speranza nel futuro, senza esasperazioni parossistiche alla ’Zang Tumb Tumb’ di Marinetti. Ma con la certezza che il rito si ripeterà fra un anno, portando lungo le strade d’Italia il suo inno d’amore. Percorro la unga tappa da Cervia a Viareggio di 500 km viaggiando nel soffice clima della Mercedes AMG GT 63 (foto piccola), un autentico gioiello con un motore V8 da 612 cv e il comfort di un’auto di lusso. Nulla a che vedere con quei temerari delle auto d’epoca che sfilano sotto il solleone senza alcun ausilio tecnologico, senza aria condizionata, con il motore che bolle e l’odore forte della benzina nelle narici.
Nel nome della passione e dell’amore partono alle sei del mattino e arrivano sfiniti a destinazione alle 11 di sera, dopo aver sfilato per strade e piazze come una carovana di ottimismo. E lì comincia il lavoro dell’impagabile servizio assistenza, che sistema sterzo e sospensioni, rimette in sesto i motori e allunga la vita di questi bolidi meravigliosi. I più bravi e i più ostinati sono ancora Vesco e Salvinelli che con la loro Alfa Romeo 6C del 1929 infilano la quinta vittoria consecutiva (foto grande).
A chi pensa che il fascino dell’auto sia appannato, che il mondo giovane sia sempre più lontano dalle suggestioni di un motore a scoppio, consiglio un viaggio dentro le 1000 Miglia, dove il cuore batte sempre forte.