Reddito di cittadinanza, cosa cambia. "Nuove regole per uscire dalla logica del sussidio"

Il giuslavorista Massagli: con il nuovo Mia l’importo diminuisce fino a non competere più neanche con lavoretti saltuari

Che cosa cambia tra il Reddito di cittadinanza e il nuovo Mia?

"Gli acronimi utilizzati nell’ambito del diritto del lavoro non sono mai stati molto fortunati (si pensi al recente Gol) e, metodologicamente, è inutile sopravvalutare il significato di queste denominazioni – spiega Emmanuele Massagli, presidente di Adapt, il Centro studi fondato da Marco Biagi –. Una prima riflessione potrebbe partire proprio dalla nuova sigla. È evidente la differenza di concetto tra un reddito garantito in base alla cittadinanza e una "misura" (parola di solito riferita a soluzioni mirate ed estemporanee) che ha l’obiettivo di attivare la persona perché sia nel mondo del lavoro. Possiamo dunque dire che se la prima definizione è di impostazione passiva, la seconda è incentivante".

Reddito di cittadinanza (Ansaa)
Reddito di cittadinanza (Ansaa)

Punta a non fare restare inattivi chi può lavorare?

"Attenzione però a non dare per scontata la definizione di questo termine: sarà necessario leggere il decreto per calcolare esattamente la platea. La Mia è concepita per accompagnare l’azione della persona nella ricerca del lavoro. È chiaro esaminando le possibili modifiche che sono filtrate: l’importo diminuisce fino a non competere più neanche con lavoretti saltuari. È anche previsto un décalage che sanziona chi rinvia l’attivazione personale".

Si potranno sommare Mia e lavoro: con quali effetti?

"È prevista la possibilità di sommare il sostegno a redditi da lavoro di importo basso o di durata contenuta, per evitare che la persona possa scegliere il sussidio invece che il lavoro. Se si pensa alle caratteristiche dei beneficiari, è questo un modo per rendere accoglibili anche lavori di modesta entità che non è difficile immaginare vengano proposti e che redditualmente sarebbe ragionevole non accettare, ma per la movimentazione del curriculum e la riattivazione della persona sono importanti".

Emmanuele Massagli, presidente di Adapt
Emmanuele Massagli, presidente di Adapt

Si chiamano a raccolta, per favorire le assunzioni, anche le Agenzie private.

"E una novità rilevante. La responsabilizzazione diretta e misurabile delle Agenzie per il lavoro è la sola strada per evitare ogni opportunismo e per correggere il paradossale dualismo che si può generare tra servizi al lavoro di serie A dedicati a chi è più occupabile e uffici pubblici di serie B che, pur essendo meno efficienti, sono destinati ad accogliere e seguire i cittadini più difficili da ricollocare".

Mentre per i cosiddetti non occupabili che cosa accadrà?

"In effetti, per i beneficiari non occupabili, a parte la terminologia, non dovrebbe cambiare molto. Non cambierà l’importo di base (mentre si sta discutendo sugli accessori connessi ai mutui o agli affitti) e non sarà obbligatoria l’attivazione professionale per il lavoro. Dovrebbe comunque diminuire la durata".

 

 

 

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