Giovedì 18 Aprile 2024

Mezzo secolo di qualità Amadori e i suoi 50 anni

Gli investimenti del gruppo cesenate

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Il pollo piace. Amadori festeggia i 50 anni con un fatturato di un miliardo e 255 milioni di euro e spingendo l’acceleratore sugli investimenti: se nel triennio 2016-2019 sono stati 225 i milioni per lo sviluppo della sua filiera integrata tutta italiana, nei prossimi tre anni saranno 280. L’azienda, seconda in Italia nel settore avicolo, conta 840 allevamenti (tutti rigorosamente a terra), il 30% dei quali di proprietà, 6 stabilimenti di trasformazione alimentare, 56 allevamenti di riproduzione, quasi 8000 fra dipendenti e collaboratori. Ogni giorno quindicimila punti vendita vengono riforniti di 500 prodotti diversi firmati Amadori. « Tutti sono garantiti dal fatto – dice l’amministratore delegato Francesco Berti – che Amadori gestisce direttamente l’intera filiera e questo è l’unico modo per essere sicuri dell’origine di tutte le materie prime e che tutte le fasi del ciclo produttivo siano state rigorosamente verificate. La nostra forza è in queste due parole: qualità e sicurezza». Le tre linee principali sono quelle del pollo Bio, del Campese e di quello Qualità 10+. Tutti e tre sono in forte crescita e rappresentano ormai il 50 per cento del fatturato. La nuova filiera biologica di Amadori, nel nord della Puglia, è destinata a sicura espansione; si tratta di un segmento importante per l’azienda anche se per ora ha un peso poco significativo. Ben altri numeri fanno i polli Campese, allevati all’aperto in Puglia e Molise senza uso di antibiotici, un punto di eccellenza della produzione Amadori e i polli Qualità 10+, allevati a terra senza uso di antibiotici e nutriti con mangimi no Ogm e vegetali senza farine di grassi di origine animale.

Da quest’anno Amadori ha esteso la propria offerta Qualita’ 10+ anche alla filiera del tacchino. I gusti dei consumatori stanno cambiando molto velocemente: il 73% sceglie polli allevati senza uso di antibiotici, il 63% compra solo polli allevati a terra, il 67% solo polli italiani. Il cibo è veicolo di benessere, la gente vuole nutrirsi in modo sano. Secondo Corrado Cosi, direttore marketing, però bisogna lavorare ancora parecchio per smontare alcune colossali fake news dal momento che ancora oggi l’83% degli italiani pensa che i polli siano allevati in gabbia e l’87% è convinto che vengano utilizzati ormoni ed estrogeni per far crescere i polli più velocemente.

Giuliano Molossi

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