Martedì 22 Luglio 2025
ANTONIO PETRUCCI
Economia

Mercato M&A verso il minimo storico dell’ultimo decennio

Calano i volumi delle operazioni nei primi 5 mesi del 2025: -9% a livello mondiale e -14% in Italia

Operazioni M&A in diminuzione

Operazioni M&A in diminuzione

Roma, 2 luglio 2025 – Dopo il cauto ottimismo e la ripresa delle operazioni di M&A (Mergers and Acquisitions – Fusioni e acquisizioni) a inizio anno, il senso di incertezza generalizzato e il timore di ulteriori turbolenze di mercato si sono dimostrati più problematici del previsto. Le comunicazioni relative ai dazi, l’intensificarsi dei conflitti e il protrarsi di elevati tassi di interesse a lungo termine negli Stati Uniti e nel mercato obbligazionario in Europa hanno reso i mercati finanziari instabili, frenando le valutazioni e l’attività M&A su scala globale. Il debito pubblico nei Paesi Ocse è previsto aumentare a 59 trilioni di dollari nel 2025, o 85% del Pil, un rapporto quasi doppio rispetto al livello del 2007, prima della crisi finanziaria globale. Un aumento del debito pubblico di tale portata potrebbe creare incertezza nel lungo termine e spingere a un rialzo dei tassi di interesse, agendo da ulteriore elemento di freno. A dirlo è la ricerca PwC Global and Italian M&A Trends Mid Year ‘25 Outlook, che fotografa l’andamento del mercato in Italia e nel mondo analizzando i dati raccolti nei primi 5 mesi del 2025.

L'incertezza come nuova costante

Negli ultimi cinque anni, il mercato delle operazioni di M&A è stato caratterizzato da continue turbolenze. Dallo shock iniziale della pandemia del COVID-19, che ha portato l’attività M&A ai minimi, si è passati ai livelli record degli anni successivi, seppur con tassi d'interesse più alti e uno scenario geopolitico e normativo instabile che hanno contribuito a creare una situazione di incertezza strutturale. L'allocazione degli investimenti sta diventando una decisione sempre più complessa, con un’ulteriore spinta su acquisizioni di competenze in innovazione tecnologica e infrastrutture digitali a supporto della crescita dell’AI.

Il ruolo dei fondi di private equity

I disinvestimenti degli operatori di private equity sono in una fase di stallo. A marzo 2025 si calcolano più di 30.000 aziende in portafoglio agli operatori di PE a livello mondiale, il 47% delle quali acquisito da almeno 5 anni. Nel primo trimestre del 2025, PwC registra 903 exit a livello mondiale (+83 sullo stesso periodo del 2024), con un aumento non sufficiente a invertire il trend. In Italia, al 31 dicembre 2024 (ultimo dato disponibile) la situazione è apparentemente migliore, con 308 investimenti con vintage superiore a 5 anni su 1.043 società in portafoglio di fondi di Private Equity (escludendo gli operatori regionali con investimenti inferiori a €1 milione e le start up con fatturato inferiore a €1 milione). In risposta a una fase di mercato particolarmente complessa, i fondi di private equity hanno adottato soluzioni innovative per garantire flessibilità e continuità negli investimenti.

Calano i volumi dell’attività M&A nei primi 5 mesi del 2025

In questo scenario turbolento, l’attività M&A continua, seppur con un calo nei volumi pari al 9% nei primi 5 mesi dell’anno a livello mondiale (-9%) e ancora più accentuato in Italia (-14%). Proseguono le operazioni con target le aziende con focus regionale o nazionale nel comparto dei servizi e nei settori meno esposti ai dazi, con buoni fondamentali e prospettive di generazione di cassa. Agli attuali ritmi, si stima che il volume totale delle transazioni per il 2025 potrebbe scendere sotto le 46.000 operazioni a livello mondiale, raggiungendo così il livello minimo in oltre un decennio, e sotto a 1.300 a livello italiano. In termini di controvalore, nel periodo considerato si registra un aumento del 13% a livello globale, trainato dalle operazioni di valore superiore a 1 miliardo (+18%) e a 5 miliardi di dollari (+25%). Escludendo il comparto dei Financial Services, il calo a volumi nazionale sarebbe del 18% e a valore del 47%, con una riduzione del numero di operazioni con valore superiore a 500 milioni di dollari da 15 a 10.

In aumento la volatilità

Nel biennio 2020–2022, le operazioni di M&A con un valore superiore a un miliardo di dollari si distinguevano per multipli medi circa del 25% superiori rispetto alla media di mercato. Questo premio rifletteva la percezione che le aziende di maggiori dimensioni fossero meglio attrezzate per affrontare shock sistemici e potessero recuperare più rapidamente la crescita. Al contempo, è aumentata la volatilità: nel secondo trimestre del 2025, questi multipli risultano inferiori del 37% rispetto al picco registrato nel terzo trimestre del 2021, mentre i multipli medi dell’intero mercato si sono ridotti del 17% rispetto al proprio massimo, raggiunto nel secondo trimestre del 2021. Il calo osservato nel secondo trimestre del 2025 suggerisce una diminuzione più marcata dei prezzi per le aziende di grandi dimensioni, potenzialmente collegata alla loro maggiore esposizione al rischio tariffario, in quanto spesso attive su scala internazionale. Guardando alla seconda metà del 2025, un eventuale allentamento della politica monetaria e una riduzione delle tensioni geopolitiche potrebbero favorire una moderata ripresa delle valutazioni di mercato.