L’aumento del costo del denaro frena le compravendite immobiliari, ma non incide molto sui prezzi. Per il settore residenziale è -16% la flessione tendenziale delle compravendite registrata nel secondo nel secondo trimestre dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate, dopo il -8,3% del trimestre precedente. Ma su questo fronte l’Italia appare divisa in due. A Milano si registra un aumento, su base annua, del 7,1%, in accelerazione rispetto al trimestre precedente (era +5,8%). Segue Torino dove si evidenzia un rialzo tendenziale del 4,1% (era +0,7% nel trimestre precedente) mentre Roma fa segnare la crescita più contenuta, pari allo 0,6%, in decelerazione dal +1,9% del trimestre precedente. Nel Sud e Isole, invece, si registrano tassi tendenziali negativi pari a -1,5%. I prezzi, però, non si fermano. Tra aprile e giugno scorsi, i dati Istat fotografano un aumento dei prezzi delle abitazioni del 2% rispetto al trimestre precedente (che era rimasto stabile) e dello 0,7% nei confronti dello stesso periodo del 2022, in questo caso in deciso rallentamento se si considera che allora segnavano un +5,2%.
Acquistare una casa a credito diventa "sempre più proibitivo", afferma il Codacons., sottolineando che chi deve accendere oggi un mutuo si trova a fare i conti con "tassi altissimi" sia per il fisso che per il variabile.L’Abi, però, segnala un’inversione tra i costi del fisso e del variabile: "Negli ultimi 4 mesi il tasso medio sui mutui a tasso fisso è diventato sempre più inferiore a quello dei mutui a tasso variabile. In particolare, a luglio 2023 il tasso sui mutui a tasso fisso è stato il 4,04% rispetto al 4,59% di quelli a tasso variabile; a giugno 2023 4,13% rispetto a 4,47%; a maggio 2023 4,15% rispetto 4,40%; ad aprile 4,06% rispetto 4,33%".
Elena Comelli