Mercoledì 24 Aprile 2024

Meno specialità, più prodotti di largo consumo "Ricotta e mozzarella in forte aumento"

Angelo Davide Galeati, ad del gruppo Sabelli insieme a Simone Mariani

Sabelli è un nome legato a una famiglia, che negli anni ha compiuto la trasformazione da azienda familiare a ‘gruppo’, affermandosi come una realtà consolidata in Italia, e anche all’estero, nel mercato dei formaggi freschi e nelle specialità di gastronomia. Oggi, infatti, Sabelli Group ha un fatturato di 150 milioni di euro, quattro siti produttivi, otto piattaforme distributive, 500 tra dipendenti e collaboratori e una quantità di latte fresco lavorato annualmente che raggiunge le 155.000 tonnellate.

Fondata nel 1921 e dal 1978 ad Ascoli, ha acquisito nel 2016 la Trevisanalat di Castelfranco Veneto e la Ekolat in Slovenia, dando vita a uno dei più importanti poli italiani per la produzione di mozzarella. Nel 2018, il gruppo ha acquisito il Caseificio Val d’Aveto, produttore di nicchia di yogurt colato e formaggi tradizionali nel segmento premium. Una storia aziendale che ha vissuto momenti storici importanti e adesso si trova a viverne un altro epocale, come quello dell’emergenza Coronavirus. Con Angelo Davide Galeati (nella foto in alto a sinistra), amministratore delegato del Gruppo Sabelli insieme a Simone Mariani, abbiamo cercato di capire l’attuale momento e le prospettive future.

Galeati, come vivete questa fase?

"Il 2020 era partito discretamente, poi con il virus è cambiato lo stile di consumo delle persone".

In che modo?

"Si sono abbandonate le specialità gastronomiche, nel nostro caso ad esempio burrata, stracciatella e lo yogurt Val d’Aveto, che evidentemente il consumatore considera un po’ meno di prima necessità. Quindi le persone si stanno orientando su formati più grandi, scadenze più lunghe e quindi su questo fronte tutta la parte retail vede in calo i fatturati dei prodotti che possiamo definire di livello più alto, mentre sono in crescita le commodities, cioè prodotti di più largo consumo".

Come sta incidendo tutto questo sulle vostre produzioni?

"Nello stabilimento di Ascoli burrata e stracciatella sono prodotti in sofferenza, mentre c’è stato un vero boom di acquisti per ricotta e mozzarella".

E per quanto riguarda le forniture alle attività di ristorazione?

"Tutta quello che coinvolge pizzerie e ristoranti segna un -50%, mentre viaggiano su numeri in crescita le mozzarelle destinate ai supermercati. Monitoriamo l’andamento settimanalmente, anche per cercare di cogliere i cambiamenti in tempo reale. In generale, il comparto food continua a lavorare in maniera serena, anche se ci sono forti spostamenti che porteranno a una contrazione del fatturato 2020. In termini di Gruppo, sommando Slovenia, Treviso, Ascoli e Val d’Aveto c’è una sostanziale compensazione tra il calo legato a pizzerie, ristoranti e prodotti di lusso, e la crescita dei prodotti di largo consumo".

In questo senso quanto è stato importante il lancio della linea ‘Natura sincera’ lo scorso anno?

"Si tratta di un marchio che sta crescendo: puntiamo sulla differenziazione dei prodotti lasciando sotto il nome di Sabelli le particolarità come burrate e stracciatella, mentre con ‘Natura sincera’ abbiamo coperto il campo dei prodotti di largo consumo: è stata una buona intuizione".

Come immagina il prossimo futuro del settore?

"Viviamo una fase di grandi incognite: quanto dureranno questi stili di consumo? Quando riapriranno pizzerie e ristoranti e soprattutto quando la gente comincerà a tornarci? Una speranza è il take away, visto che tutti si stanno organizzando con le consegne e questo potrebbe non azzerare completamente il consumo di certi prodotti. Al netto di questo incognite, nel breve periodo non ci possiamo lamentare: abbiamo già pensato una revisione del budget, che comunque porta numeri confortanti. Andiamo avanti anche cercando di sostenere i dipendenti e serrare i ranghi, per dimostrare che la famiglia Sabelli c’è".

Questo momento è complicato anche per le esportazioni.

"All’estero il prodotto mozzarella era destinato all’area del food service e quindi attualmente il nostro export segna un -40%. Bisogna mettersi l’elmetto e aspettare che il momento passi, anche perché il mercato estero nel medio periodo è quello che garantisce maggiori sviluppi: quindi va presieduto e curato. Siamo presenti in Francia, Inghilterra, Svezia, Germania, Austria, Svizzera, Slovenia, Croazia, Romania e Bulgaria; poi qualche piccola presenza anche in altri paesi, come la Corea".

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