
di Elena Comelli
S’inasprisce la contrapposizione tra Piazzetta Cuccia e i soci Delfin e Caltagirone. La proposta di Mediobanca per arrivare a una lista unica gradita a Delfin per il nuovo cda non è in linea con le richieste, fatte ad agosto, della cassaforte degli eredi di Del Vecchio, che respingono la nuova idea al mittente. La Delfin, presieduta da Francesco Milleri, punta invece a un rinnovamento dell’attuale cda e alla nomina di un nuovo presidente al posto di Renato Pagliaro. Alle condizioni offerte da Mediobanca — dicono fonti finanziarie — a Delfin conviene piuttosto presentare una propria lista e avere, nel peggiore dei casi, due consiglieri "liberi" piuttosto che quattro legati dagli impegni chiesti da Piazzetta Cuccia. È possibile che si tratti solo di schermaglie tattiche, ma il mercato non apprezza e infatti ieri il titolo Mediobanca ha ceduto lo 0,66%.
L’idea del comitato nomine era di formulare a Delfin una proposta che allineasse gli interessi della banca sulla realizzazione del piano a un’ampia inclusività del board. Obiettivo, proporre a Delfin tutti e quattro i posti che si rendono liberi con l’uscita dei consiglieri che hanno raggiunto i limiti di età previsti dallo statuto (75 anni), vale a dire Elisabetta Magistretti, Maurizia Angelo Comneno, Maurizio Costa e Maurizio Carfagna. In parallelo, il board di Mediobanca ha proposto a Delfin di sottoscrivere un accordo triennale di collaborazione. Tra gli impegni oggetto dell’accordo ci sarebbe quello di non votare per altre liste, di non promuovere o votare per la revoca del cda e di non aumentare le quote azionarie, vale a dire per Delfin non salire sopra il 19,8% attuale. Impegni ritenuti non accettabili dalla cassaforte di Essilux.
Condizioni peraltro in parte già respinte, soprattutto nei punti che, secondo gli eredi di Del Vecchio, limitano la libertà dei diritti di votare le decisioni del cda e obbligano alla "fedeltà" a un piano che deve ancora partire. E si arriva così alla controproposta: già ad agosto era partita la richiesta di esprimere un proprio candidato per la presidenza (era circolato il nome di Vittorio Grilli). Gli impegni sarebbero cinque da una parte e dall’altra: Delfin indica 5 consiglieri in maggioranza indipendenti che dichiarano per iscritto che condividono le linee guida del piano, non presenta altre liste, non vota a favore della revoca del cda salvo per giusta causa, non proporrà operazioni straordinarie e non venderà azioni a soggetti che possono superare il 10%.
Dal canto suo Mediobanca s’impegna a rinnovare i due terzi del board (10 su 15), a inserire i 5 nomi di Delfin tra cui il presidente, a formare un comitato per verificare lo stato di attuazione del piano e a non porre in essere condotte che possano provocare l’obbligo del lancio di un’Opa da parte di Delfin. Ora la palla è nel campo di Piazzetta Cuccia. In mancanza di un’intesa, da raggiungere in meno di 20 giorni (il 28 settembre è il termine ultimo per depositare la lista del consiglio uscente) si andrà alla conta dei voti in assemblea il 28 ottobre.