Dopo la guerra del gas, siamo alla guerra del grano. L’aggressione russa all’Ucraina ha colpito diverse aree produttive, ma il blocco da parte dell’esercito russo di milioni di tonnellate di cerali nei porti sul Mar Nero e sul Mar d’Azov stanno scatenando una vera e propria crisi umanitaria. La preoccupazione per una possibile emergenza alimentare è stata esposta anche dal presidente del Consiglio ieri al Senato, dato che la Russia e l’Ucraina sono tra i principali fornitori di cereali a livello globale. "Da sole sono responsabili di più del 25% delle esportazioni globali di grano e 26 Paesi dipendono da loro per più di metà del proprio fabbisogno", ha sottolineato Draghi, spiegando di aver chiesto aiuto al presidente Usa Joe Biden per cercare di sbloccare immediatamente i milioni di tonnellate di grano fermi a marcire nei porti dell’Ucraina. "In altre parole, occorre che le navi che portano grano siano lasciate passare", ha precisato. Il blocco dei porti ucraini sta avendo gravi ripercussioni sui prezzi alimentari, che salgono rapidamente. A confermare queste preoccupazioni è anche il capo delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che alla Global Food Security Call to Action ha suonato l’allarme sull’insicurezza alimentare globale, già messa a dura prova dall’emergenza climatica e dalla pandemia e ora aggravata ulteriormente dall’aggressione russa all’Ucraina. Guerra in Ucraina e blocco del grano, l'Africa contro Putin: colpa sua Palladio Nichel Potassio Uranio Alluminio L’Italia è pronta a fare la sua parte, gli ha risposto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, come dimostra l’impegno a stanziare altri 5 milioni di euro per la Food Coalition della Fao. La guerra in Ucraina "sta scatenando una guerra mondiale del pane, che dobbiamo fermare il prima possibile", ha detto Di Maio. L’Italia stessa ha iniziato a subire i primi contraccolpi, ...
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