Manovra, caos in Aula ed errori ma il testo va. Cambia ancora 18App

Corsa contro il tempo per approvarla entro Natale, poi andrà al Senato. Opzione donna o la riforma completa del RdC rinviati a gennaiio

Roma, 23 dicembre 2022 - Sarà ricordata come la fiducia dell’antivigilia. Perché, alla fine di un’ennesima giornata di passione tra Ministero dell’Economia, aula e commissione Bilancio a Montecitorio, sarà solo il ricorso alla fiducia (in programma per stasera) a permettere alla manovra di tagliare, entro la notte di oggi, il traguardo della Camera. Dopo che, in extremis, è stato stralciato dalla legge di Bilancio, al termine di un altro scontro tra maggioranza e opposizione, il finanziamento da 450 milioni di euro per i Comuni che, però, aveva il "piccolo" difetto di non avere copertura finanziaria. E dopo che sono state corrette in corso 44 norme finite nel mirino della Ragioneria generale dello Stato. Tant’è che cambia di nuovo il bonus giovani: "I nati nel 2004 avranno il beneficio per i 18 anni secondo le regole vigenti per 18app – ha spiegato il sottosegretario all’Economia, Federico Freni – I nati nel 2005 che compiono 18 anni nel 2023 lo prenderanno nel 2024 con le nuove regole". Mentre è rimasto nel provvedimento il via libera alla caccia a cinghiali e altri animali selvatici nei parchi e nelle città, sebbene Verdi e opposizioni abbiano tentato fino all’ultimo di dare battaglia.

Manovra 2023: di quanto aumentano davvero gli stipendi tra assegno unico e cuneo. Grafico

Il ministro Giorgetti e la capogruppo Pd Serracchiani ieri alla Camera
Il ministro Giorgetti e la capogruppo Pd Serracchiani ieri alla Camera

Tra oggi e domani, dunque, il governo Meloni, potrà mettere in cascina il sì alla prima manovra. Ma il percorso è stato particolarmente accidentato e non sono mancate la soprese, i bracci di ferro e le polemiche al calor bianco. Le ultime di ieri su cinghiali e correzioni della Ragioneria (anche allo smart working), a cominciare da quella per i fondi ai Comuni, per i quali si è speso principalmente il Pd. Ma dai supertecnici di Via XX Settembre è arrivato un veto insormontabile, contestato, però, da Pd e Articolo Uno. Tant’è che i parlamentari di opposizione non hanno partecipato al voto sullo stralcio del fondo in Commissione. E nel mirino delle opposizioni è finito anche il mancato anticipo al primo gennaio 2023 delle indennità per medici, infermieri e personale di pronto soccorso per i quali sono stati stanziati 200 milioni di euro, come anche il mancato finanziamento per l’implementazione del Piano oncologico nazionale che prevedeva 10 milioni di euro per il prossimo anno e altri 10 per il 2024.

Chiuso il capitolo manovra, però, partiranno fin da gennaio le modifiche. A anticiparlo è il sottosegretario leghista al Lavoro Claudio Durigon. Da un lato ha avvisato che nella conversione del decreto Milleproroghe potrebbe rientrare dalla finestra Opzione donna nella versione originaria o senza le condizionalità oggi previste. Dall’altro ha annunciato che il mese prossimo arriverà un corposo decreto-legge in materia di lavoro e di politiche attive e quella sarà l’occasione per cambiare lo stesso Reddito di cittadinanza prorogato in via provvisoria per sette mesi. Di certo – insiste – "l’offerta congrua che abbiamo in mente prevede che qualsiasi persona, anche laureata, se gli offrono un posto anche di cameriere, casomai vicino casa, è giusto che la accetti". Anche perché al percettore del reddito arrivano "soldi pubblici", puntualizza: "Non credo che uno possa essere schizzinoso". Resta invece il criterio della territorialità, assicura il senatore leghista, "anche perché una persona non può andare a Trieste per due giorni se è di Napoli, tranquillizzerei Conte". Entro gennaio, però, il dossier dovrebbe completarsi anche con il capitolo sulle politiche attive.